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Connessione tra inquinanti ambientali e cancro al seno

Julia Green Brody, PhD; Kirsten B. Maysich, PhD; Olivier Humblet, MS; Kathleen R. Attfield, BS; Gregory P. Beehler, MA; Ruthann A. Rudel, MS.
Our Toxic Times. Giugno 2007, pubblicazione del Chemical Injury Information Network – www.ciin.org


La ricerca di laboratorio dimostra che alcune sostanze chimiche possono contribuire al rischio di cancro al seno danneggiando il DNA, promuovendo la crescita tumorale o aumentando la suscettibilità attraverso l’alterazione dello sviluppo della ghiandola mammaria. Le sostanze chimiche identificate come cause del cancro al seno negli animali o come fattori che danneggiano i sistemi ormonali si trovano comunemente del corpo delle persone e nell’ambiente, comprese le cose.

Metodologia
Gli autori hanno svolto delle ricerche su PubMed,l’archivio della Biblioteca Nazionale degli USA di Medicina per trovare gli studi revisionati da pari pubblicati per tutto il giugno 2006. La revisione dei singoli articoli è disponibile su www.silentspring.org/sciencereview e su www.Komen.org/environment.

Risultati
Abbiamo identificato 152 articoli scientifici riguardo studi umani su cancro al seno e inquinanti ambientali. Tali studi si concentravano su un piccolo numero di inquinanti e la maggior parte delle sostanze chimiche identificate come cancerogeni mammari e/o distruttori endocrini negli studi di laboratorio sono state studiate nella ricerca sul cancro al seno negli animali.

Solo sette studi avevano guardato alle esposizioni precoci nel corso della vita; 28 analizzavano specificatamente il rischio tra i non bianchi. Nonostante gli obiettivi limitati dei precedenti studi su umani, la ricerca degli ultimi 5 anni aveva rafforzato l’evidenza che gli inquinanti ambientali possono svolgere un ruolo nel rischio dello sviluppo di cancro al seno.

PCB – L’esposizione umana attuale avviene soprattutto nel pesce.
Quattro studi recenti dimostrano un rischio maggiore di 2-4 volte di cancro al seno nelle donne sia con esposizioni medie più alte a bifenili policlorinati (PCB) sia con una variazione genetica che influisce sul metabolismo in milioni di Americani. La variazione genetica associata al rischio è presente nel 10-15% della popolazione bianca. Tali scoperte illustrano la potenzialità dei nuovi studi umani che prendono in considerazione le importanti interazioni tra geni e ambiente.

I PCB sono stati usati nelle apparecchiature elettriche fino a quando la loro produzione è stata bandita negli USA nel 1970. A causa dei fiumi contaminati nelle aree industriali, i pesci sono la fonte primaria di esposizione nella popolazione generale, sebbene anche le fonti negli interni possono essere importanti perché i PCB sono stati usati nei materiali da costruzione come calci e vernici. I PCB si accumulano nei grassi e alti livelli sono stati scoperti nel latte materno.

Tre studi recenti su donne con cancro al seno hanno scoperto che l’esposizione a PCB era correlato ad una probabilità maggiore che il cancro al seno fosse recidivo, aggressivo e fatale. Tali scoperte suggeriscono la possibilità che le esposizioni continuino ad essere rilevanti oggi, sebbene i PCB siano stati messi al bando nel 1978.

PCA – L’esposizione umana all’inquinamento atmosferico causato dalle auto, dai tir, dalle centrali elettriche, dal fumo di tabacco e dalla dieta. La ricerca in quest’area si sta evolvendo rapidamente, ma, basandosi sul numero relativamente piccolo di studi eseguiti ad oggi, le prove generalmente sostengono una correlazione tra il cancro al seno e gli idrocarburi policiclici aromatici. I geni relativi ad una scarsa capacità di riparazione del Dna può interagire con l’esposizione a PCA nell’aumentare il rischio. Le persone sono esposte a PCA attraverso l’inquinamento delle auto, dei tir e delle centrali elettriche, i cibi grigliati e affumicati ed il fumo di tabacco.

Alcuni studi suggeriscono che gli effetti possono essere maggiori quando l’esposizione a PCA avviene precocemente nel corso della vita. Per esempio, il rischio di cancro al seno era maggiore tre volte di più negli uomini che avevano lavorato in ambienti di esposizione con lavori che comportavano gas esausti di veicoli o di gasolio prima dei 40 anni. In uno studio sul cancro al seno di Long Island le donne prima della menopausa con danno al DNA derivante da PCA avevano un rischio superiore del 58% a quelle senza segni di danno al DNA correlato a tale sostanza.

I PCA sono prodotti della combustione e, sia alcuni tipi sia alcune misture di PCA, sono cancerogeni mammari negli animali di laboratorio. Il recente rapporto dello Stato della California sul cancro al seno e sul fumo di tabacco dà sostegno all’associazione tra fumo, che contiene PCA e altre sostanze chimiche di interesse, e il cancro al seno nelle donne giovani. Poiché l’esposizione a PCA è vasta e può essere ridotta, ulteriori studi e delle politiche per ridurre l’esposizione dovrebbero essere delle priorità di salute pubblica.

Studi sui PCA, l’inquinamento atmosferico e il cancro al seno sono stati condotti in Danimarca, New York, Polonia e Texas che rappresentano una gamma geografica limitata per le esposizioni ad inquinamento dell’aria che varia a seconda della posizione geografica.

Diossina – L’esposizione umana avviene prevalentemente dal grasso nel latte, nel pesce e nella carne.

Uno studio importante su giovani donne esposte alla nube tossica rilasciata dalla fabbrica di Seveso, per la rottura di una valvola, nel 1976, ha dimostrato un aumento del rischio di cancro al seno associato ai livelli di diossina nel sangue. È importante uno studio continuo di queste donne mentre invecchiano.

Le fonti primarie di diossina nell’ambiente sono gli inceneritori dei rifiuti, la produzione della carta e altri processi industriali. Gli umani sono esposti alla diossina attraverso il consumo di carne, pesce e latte perché la diossina si accumula nei grassi. Sebbene non focalizzato sul cancro al seno, uno studio ha stimato che i neonati sotto allattamento superano i livelli statunitensi ed europei di sicurezza nel loro primo anno di vita.

Solventi organici – L’esposizione avviene generalmente sul posto di lavoro (lavanderie a secco, saloni di bellezza, negozi di macchine) e attraverso i prodotti di consumo.

Pochi studi forti e numerose valutazioni meno dettagliate di lavoratori di industrie esposte forniscono la prova di un’associazione tra il cancro al seno e i solventi organici. Gli studi hanno scoperto associazioni tra il rischio di cancro al seno e il lavoro con solventi nei negozi di macchinari, nell’industria alimentare, in lavanderie a secco, da parrucchieri, nella manifattura di pelle e pellicce, nella manifattura del vetro, nella manutenzione degli aerei e tra le donne arruolate nella U.S. Army. I limiti metodologici di questi studi rendono difficile stabilire l’intero bilancio delle prove, ma le esposizioni lavorative e le esposizioni derivanti dall’inquinamento aereo, dell’acqua e dai prodotti di largo consumo sono priorità per ulteriori studi.

Implicazioni politiche
Una valutazione formale della percentuale di tumori al seno che possono essere dovuti agli inquinanti ambientali è prematura perché mancano stime dei parametri che contribuiscono a tale calcolo. Comunque, considerando gli esempi di due esposizioni – ai PCA e ai PCB – per le quali oggi abbiamo prove significative di un’associazione con il cancro al seno, sappiamo che le caratteristiche di esposizione e le stime del relativo rischio suggeriscono un sostanziale impatto per la salute pubblica. In studi recenti i rischi associati a PCA e PCB erano confrontabili per ampiezza a molti fattori di rischio che hanno ricevuto attenzione per il cancro al seno, tra cui l’età alla prima gravidanza portata a termine, l’età del menarca, il peso corporeo, la terapia ormonale e l’inattività fisica.

Poiché le esposizioni alle sostanze chimiche per cui gli studi umani forniscono una prova significativa di correlazione di cancro al seno sono sia comuni che inevitabili, dovrebbero essere una priorità di salute pubblica. Inoltre, poiché gli effetti delle sostanze chimiche non sono stati adeguatamente studiati nella donna, dobbiamo affidarci di più agli studi animali e cellulari come base delle politiche nazionali sulle sostanze chimiche che riducono l’esposizione alle sostanze che possono causare il cancro al seno.

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