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Mercurio nel pesce: il Gruppo Zero Mercury chiede alle Nazioni Unite una risposta urgente

10 febbraio – Comunicato Stampa

In occasione del convegno della prossima settimana a Nairobi in Kenya a cui parteciperanno i rappresentanti dei governi mondiali per discutere lo sviluppo di un trattato legalmente vincolante sul mercurio, associazioni da tutto il mondo presentano oggi un rapporto sulla presenza del mercurio nel pesce che è una emergenza per la salute umana a livello mondiale.

Lo studio pubblicato dal Gruppo di Lavoro Internazionale Zero Mercury indica che l’impatto sulla salute del metilmercurio presente nel pesce e, a livello mondiale, significativo e richiede una risposta efficace da parte dei governi e delle Nazioni Unite.

“La contaminazione da mercurio nei pesci e nei mammiferi rappresenta una preoccupazione di salute pubblica a livello globale – ha dichiarato Michael Bender, coautore del rapporto e membro del Gruppo di Lavoro Zero mercuri – il nostro studio basato su test sui pesci in posti diversi in tutto il mondo mostra che, in ciascun paese e area analizzata si superano i livelli di esposizione di metilmercurio ampiamente accettati a livello internazionale”.

Secondo il rapporto dal titolo “Mercurio nei pesci: un emergenza sanitaria a livello globale”, il rischio è maggiore per quelle popolazioni il cui consumo pro capite è alto e in aree dove l’inquinamento ha aumentato il contenuto standard di mercurio nel pesce. Tuttavia il pericolo di metilmercurio esiste anche dove il consumo pro capite e i livelli medi di mercurio nel pesce sono comparabilmente bassi. Nelle culture dove i mammiferi marini fanno parte della dieta tradizionale, il mercurio presente in questi animali si può aggiungere in modo significativo all’esposizione totale proveniente dall’alimentazione.

“Abbiamo bisogno di controlli più severi sul pesce che arriva sulle nostre tavole – commenta Francesca Romana Orlando, Vice Presidente di A.M.I.C.A. – perché un consumo frequente di pesce, specialmente se di grossa taglia, può rappresentare una fonte potenzialmente pericolosa di esposizione al metilmercurio, soprattutto per i bambini e per le donne in gravidanza. Va ricordato, infatti, che a parità di porzione consumata i bambini pesano meno e risentono maggiormente della presenza di inquinanti nel cibo, siano essi pesticidi nella frutta e verdura o mercurio nel pesce”.

Questo rapporto presenta nuovi dati sui livelli di mercurio nel pesce proveniente da tre aree nel mondo: lo stato indiano del Bengala Occidentale, l’area metropolitana di Manila nelle Filippine, e sei paesi membri dell’Unione Europea. Ci sono anche alcuni dati pubblicati sui livelli di metilmercurio nelle balene pilota e altri mammiferi marini consumati dalle popolazioni artiche, nelle isole Faroe e fra gli Inuit nel nord del Canada.

La situazione in India è la più grave; in quel caso, la media del pesce consumato pro capite è molto alta e I livelli di mercurio nel pesce disponibile sono spesso elevati (25 di 56 varietà testate contenevano più di 0.5 mg/kg di mercurio). Anche nelle Filippine il consumo pro capite di pesce è molto alto, mentre nelle isole Faroe il consumo di carne della balena pilota è fonte di un’esposizione eccessiva al metilmercurio, così come avviene anche per gli Inuit che consumano le balene belga.

Il rapporto mostra anche una recente analisi di casi clinici riportati di avvelenamento da metilmercurio negli Stati Untii, in persone, che mangiavano un quantitativo relativamente alto di pesci con alto contenuto di mercurio, come il tonno, il pescespada, luccio e sea bass. Si può concludere che gli effetti sulla salute sono simili in ogni paese analizzato da questo rapporto, almeno tra persone grandi consumatrici di pesce, e/o con maggior preferenza per le varietà con il maggior contenuto di mercurio.

Il rischio di sviluppare effetti neurotossici in bambini nati da donne che, durante la gravidanza, mangiano del pesce con alto contenuto di mercurio o grandi quantità di pesce con poco contenuto mercurio, è persino più importante e anche più frequente dei casi di avvelenamento acuto e clinicamente palese da metilmercurio.

Nei consumatori di pesce adulti e bambini con livelli di metilmercurio oltre i parametri di riferimento si possono presentare effetti neurotossici subclinici ma significativi a livello funzionale, con un aumento del rischio anche di patologie cardiovascolari.

Il rapporto presenta delle raccomandazioni generali:

  • Il Consiglio Governativo del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) deve stabilire una Commissione per la Negoziazione Intergovernativa (INC) con il proposito di negoziare uno strumento legalmente vincolante sul mercurio nel prossimo meeting a Nairobi di metà febbraio.
  • Nel periodo che intercorre prima che tale strumento diventi effettivo, il rapporto raccomanda l’UNEP Governing Council di intraprendere le seguenti azioni: i governi e istituzioni internazionali che si occupano di mercurio e salute (come l’OMS e/o UNEP) dovranno lavorare insieme per sviluppare una strategia di campionamento, completa e rappresentativa sul pesce, condotta in paesi chiave e/o regioni, per caratterizzare la concentrazione di mercurio in un vasta gamma di specie di pesci.
  • Sono necessarie misure urgenti per il controllo delle emissioni di mercurio dai impianti di combustione del carbone, dalla trasformazione dei minerali, dalla produzione di cemento e da altre fonti e per mettere al bando l’uso internazionale di mercurio dai prodotti e dai processi industriali. Serve un’azione internazionale di collaborazione per raggiungere questi obiettivi.
  • L’UNEP e i governi membri dovranno fornire un’assistenza per rafforzare la capacità amministrativa necessaria e lavorare con i rappresentanti coinvolti per sviluppare programmi efficaci di comunicazione del rischio, per insegnare ai consumatori in tutti i paesi che il pesce contiene livelli significativi di mercurio e quali contengono i livelli inferiori così da poterli mangiare più spesso.

Un particolare obiettivo dovrà essere avvisare i consumatori che preferiscono il pescespada, il tonno, lo squalo che queste varietà andrebbero mangiate meno frequentemente o mai (e altri pesci contenenti alte quantità di mercurio se vengono determinate dalle ricerche proposte precedentemente). “In Europa auspichiamo che ci sia al più presto un obbligo di etichettatura dei pesci, così come proposto di recente dal Parlamento Europeo, al fine di avvisare sui rischi legali al mercurio almeno le fasce più vulnerabili della popolazione”, conclude A.M.I.C.A.

Il rapporto completo: http://mercurypolicy.org/wp-content/uploads/2009/02/MercuryInFishFullReportFinal021009.pdf

Contatti internazionali: Michael Bender, +802-223-9000, mercurypolicy@aol.com

Contatti in Italia: Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale, amica@infoamica.it www.infoamica.it

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