Facebook
WhatsApp
Twitter
LinkedIn
Email

Prodotti di consumo profumati: esposizioni ed effetti da emissioni

Air Qual Atmos Health
DOI 10.1007/s11869-016-0442-z

Anne Steinemann1,2,3
Ricevuto: il 4 agosto 2016/accettato: il 7 ottobre 2016, pubblicato il 20 ottobre
©L’autore (i) 2016. Questo articolo è pubblicato con accesso aperto a Springerlink.com

Materiale supplementare elettronico. La versione online di questo articolo (Doi: 10.1007 / s11869-016-0442-z) contiene materiale supplementare, che è disponibile per gli utenti autorizzati.

Traduzione dall’inglese di Donatella Stocchi

Astratto: I prodotti di consumo profumati, come gli articoli per la pulizia, deodoranti per l’ambiente e i prodotti per la cura personale, sono una primaria fonte d’inquinamento dell’aria indoor ed esposizione personale. Precedenti ricerche indicano che i prodotti profumati possono scatenare effetti negativi sulla salute, con implicazioni per i luoghi di lavoro e spazi pubblici. Questo è il primo studio che esamina le molteplici implicazioni delle esposizioni collegate ai prodotti profumati e le conseguenze nella popolazione degli Stati Uniti. Lo studio ha investigato la prevalenza e i modelli di esposizioni dei prodotti profumati, le conseguenze associate alla salute, la consapevolezza delle emissioni dei prodotti e le preferenze per le politiche e gli ambienti senza profumo. I dati sono stati raccolti tramite un sondaggio online a livello nazionale rappresentativo della popolazione adulta (n = 1136) negli Stati Uniti d’America. Complessivamente, il 34,7% della popolazione ha evidenziato problemi di salute, come ad esempio mal di testa e difficoltà respiratorie quando esposti ai prodotti profumati. Inoltre il 15,1% ha perso giornate occupazionali o un posto di lavoro a causa di esposizioni a prodotti profumati sul luogo di lavoro. In aggiunta il 20,2% una volta entrata in un esercizio commerciale, deve uscire il più rapidamente possibile se sente l’odore di deodoranti o di altri prodotti profumati. Oltre il 50% della popolazione preferirebbe che i luoghi di lavoro, le strutture sanitarie e i professionisti, gli alberghi e gli aerei siano senza profumo. Anche se la ricerca preliminare sui prodotti comuni profumati, perfino quelli chiamati green e organici, emettono pericolosi inquinanti nell’aria, più di due terzi della popolazione non ne era a conoscenza e  oltre il 60% non avrebbe continuato ad utilizzare un prodotto profumato se avesse saputo di tali inquinanti. I risultati di questo studio forniscono una forte evidenza che i prodotti profumati possono provocare effetti negativi sulla salute nella popolazione generale. Lo studio indica anche che la riduzione dell’esposizione ai prodotti profumati, come attraverso politiche senza profumo, sia in grado di fornire soluzioni efficaci e relativamente semplici per ridurre i rischi e migliorare la qualità dell’aria e la salute.

Parole chiave: Fragrance/profumo o fragranza. Consumer product/prodotto di consumo.  Indoor air quality/la qualità dell’aria interna.

* Anne Steinemann
anne.steinemann@unimelb.edu.au

  1. Department of Infrastructure Engineering, Melbourne School of Engineering, The University of Melbourne, Melbourne, VIC 3010, Australia
  2. College of Science, Technology and Engineering, James Cook University, Townsville, QLD 4811, Australia
  3. Climate, Atmospheric Sciences, and Physical Oceanography, Scripps Institution of Oceanography, University of California, San Diego, La Jolla, CA 92093, USA.

 

Introduzione

La società è invasa da prodotti di consumo profumati: deodoranti per l’ambiente, prodotti per la pulizia, saponi, disinfettanti per le mani, detersivi per il bucato e articoli per la cura personale, solo per citarne alcune fra centinaia. (1) I prodotti profumati emettono una serie di composti chimici organici volatili (VOC), come i terpeni (ad esempio il limonene), che spesso dominano tra le sostanze inquinanti presenti dentro le case e generano inquinanti secondari come la formaldeide (esempio: Nazaroff e Weschler 2004).

I prodotti profumati sono associati con una serie di effetti negativi sulla salute, come mal di testa, attacchi d’asma, difficoltà respiratorie, problemi neurologici, sintomi delle mucose e dermatiti da contatto (Kim et al. 2015; Elberling et al. 2005; Millqvist and Löwhagen 1996; Kumar et al. 1995; Kelman 2004; Caress and Steinemann 2004, 2005; Johansen 2003; Rastogi et al. 2007; Sealey et al. 2015).

Nelle due precedenti indagini nazionali della popolazione degli Stati Uniti, il 19% ha evidenziato difficoltà di respirazione, mal di testa o altri problemi di salute quando esposti ai profumatori e deodoranti per ambienti e il 10,9% ha riportato problemi di salute per le esalazioni profumate dei prodotti del bucato ventilato all’aperto (Caress e Steinemann 2009).

Nonostante le numerose leggi destinate a proteggere la salute umana e l’ambiente, nessuna legge negli Stati Uniti prescrive la divulgazione di tutti gli ingredienti dei prodotti di consumo profumati (Steinemann 2009). Le tutele sulla pubblicazione degli ingredienti dipendono

dal prodotto. In primo luogo, per tutti i prodotti di consumo profumati, il termine generale “fragranza” può essere elencato in etichetta o un termine corrispondente (ad esempio “profumo”), piuttosto che gli ingredienti specifici di un profumo. Eppure, un singolo ingrediente di un prodotto, indicato in etichetta come “profumo” è comunque una miscela complessa di diverse decine di centinaia di sostanze chimiche (Bickers et al. 2003), soprattutto composti sintetici (Somogyi et al., 1998), fra i circa 3000 composti documentati come fragranze (IFRA -International Fragrance Association, 2011). In secondo luogo, per prodotti come i deodoranti per l’ambiente, detersivi per il bucato, prodotti per la pulizia e altri regolati dalla Commissione Statunitense per la sicurezza dei prodotti di consumo (CPSC – US Consumer Product Safety Commission), gli ingredienti non hanno bisogno di essere completamente elencati sull’etichetta del prodotto o nelle schede di dati di sicurezza (MSDS – material safety data sheet). Inoltre, in questi prodotti non è necessario elencare la presenza di una “fragranza” sull’etichetta o scheda di sicurezza (MSDS). In terzo luogo, per i prodotti come gli articoli per la cura della persona, i cosmetici e altri regolati dal Dipartimento Statunitense degli Alimenti e Farmaci (FDA – US Food and Drug Administration) gli ingredienti devono essere elencati sulla etichetta del prodotto, ma non sulla scheda di sicurezza. Il termine generale “profumo/ fragranza” può essere elencato sull’etichetta invece degli ingredienti specifici della fragranza, ma il termine profumo o gli ingredienti non hanno bisogno di essere riportati sulla MSDS.

I precedenti studi che hanno analizzato le emissioni dei prodotti profumati hanno evidenziato che relativamente ben pochi ingredienti sono stati resi noti al pubblico (ad esempio, Uhde e Schulz 2015; Steinemann et al. 2011). Per esempio, Steinemann (2015) ha trovato più di 156

_____________________________

  1. Con il termine “prodotti di consumo profumati”, o per brevità “prodotti profumati”, come utilizzato in questo articolo, si riferisce alla formulazione chimica dei prodotti di consumo con fragranza (Steinemann 2009). La frase” emissioni di prodotti profumati” si riferisce alle emissioni dei prodotti di consumo profumati. Infine, le parole “fragranze” e “profumo” sono usati come sinonimi in questo articolo.

VOC emessi da 37 prodotti di consumo profumati, il più comuni sono limonene, alfa-pinene, beta-pinene, e altri terpeni. Di questi 156 VOC, 42 VOC sono stati classificati come tossici o pericolosi dalle leggi federali Statunitensi e ogni prodotto sprigionava almeno una di queste sostanze chimiche. Inoltre, le emissioni d’inquinanti atmosferici cancerogeni pericolosi provenienti dai prodotti profumati cosiddetti green o organici, non sono risultati significativamente diversi dai prodotti profumati normali. Tuttavia, degli oltre 550 ingredienti volatili collettivamente emessi in totale e con oltre 230 classificati come tossici o pericolosi, meno del 3% sono stati resi noti sulle etichette del prodotto, nella scheda di sicurezza o siti web.

Le emissioni del prodotto possono influenzare non solo gli ambienti interni, ma anche la qualità dell’aria esterna. Per esempio, le esalazioni dagli sfiati dell’asciugatrice, durante l’utilizzo dei prodotti profumati per il bucato, contengono numerosi VOC che influiscono sulla qualità dell’aria esterna, come ad esempio l’acetaldeide, un inquinante pericoloso (Steinemann et al. 2011). Mentre questi inquinanti sono regolamentati per le fonti esterne, non lo sono quando provenienti da fonti interne (ad esempio le bocchette dell’asciugatrice della biancheria), anche se le emissioni possono influire sulla qualità dell’aria esterna e sulla salute umana.

Le persone riportano problemi di salute quando esposti a profumi e fragranze comunemente usate dalla società, così come dall’uso intenzionale di prodotti chimici.

I profumi di seconda mano (come definiti in questo articolo) si riferiscono ad un’esposizione indiretta o involontaria ai prodotti profumati (in analogia al fumo passivo). Come risposta, le politiche senza i profumi (simili a quelle antifumo) sono state implementate da aziende, enti e istituzioni negli Stati Uniti e in altri paesi (ad esempio, CDCP 2009; CCOHS 2015) per limitare l’uso di prodotti profumati all’interno di ambienti chiusi, come i luoghi di lavoro, le scuole, gli ospedali e i posti pubblici.

Questo articolo riporta i risultati della prima indagine sulla popolazione nazionale per investigare una serie di esposizioni e di conseguenze associate alle emissioni dei  prodotti profumati, le preferenze per gli ambienti senza profumo e le implicazioni per la qualità dell’aria,  gli ambienti interni e la salute. I contributi includono nuovi dati e approfondimenti sulla estensione, l’impatto del problema e i percorsi per le soluzioni.

Metodi

Per studiare la prevalenza e i tipi di esposizioni, gli effetti sulla salute e gli impatti sociali, è stato condotto un sondaggio on-line sulla popolazione Statunitense adulta, utilizzando un campione casuale nazionale rappresentativo per età, sesso e area geografica (n = 1136, limite di confidenza = 95%, intervallo di confidenza = 3%). Lo strumento d’indagine è stato sviluppato e testato nel corso di 2 anni, includendo test cognitivi con 10 persone e pilotando oltre 100 individui prima della completa attuazione nel mese di giugno 2016. L’indagine è stata svolta reclutando i partecipanti da un grande elenco web informatico statunitense (di oltre 5.000.000 persone) di proprietà della Survey Sampling International. Il reclutamento dei partecipanti al sondaggio è stato effettuato seguendo un processo randomizzato specificato in dettagliato nella SSI – Survey Sampling International (2016). Tutte le risposte erano anonime. Il tempo per completare l’indagine è stato di circa 10 minuti. La percentuale di risposta al sondaggio è stata del 94%. Lo studio della ricerca ha ricevuto l’approvazione etica dall’Università di Melbourne. I dettagli sulla metodologia d’indagine sono forniti da un documento supplementare.

Le domande del sondaggio hanno investigato i seguenti argomenti: l’uso e l’esposizione ai prodotti profumati, sia per l’utilizzo personale sia per quello altrui; gli effetti sulla salute legati alle esposizioni verso determinati prodotti e ambienti di esposizione; impatti dell’esposizione alle fragranze nei posti di lavoro e nella società; la consapevolezza degli ingredienti dei prodotti profumati e l’etichettatura; le preferenze per gli ambienti e le politiche senza profumo; e informazioni demografiche.

I prodotti profumati sono stati classificati come segue: a) profumatori e deodoranti ambientali (ad es. spray, solidi, liquidi, dischi); b) prodotti per la cura della persona (ad es. saponi, disinfettanti per mani, lozioni, deodoranti, creme solari, shampoo); c) prodotti di pulizia (ad es. detergenti multiuso, disinfettanti e detersivi per piatti); d) prodotti per il bucato (ad es. detersivi, ammorbidenti, fogli profumati per asciugatrici); e) prodotti per la casa (ad es. candele profumate, carta igienica con fragranza, sacchetti per la spazzatura aromatizzati, prodotti per la prima infanzia); (f) fragranze (ad es. profumi, acqua di colonia, dopobarba); (g) altri.

Gli effetti sulla salute sono stati classificati come segue: a) emicrania; b) attacchi di asma; c) problemi neurologici, per es. vertigini, convulsioni, mal di testa, svenimenti, perdita di coordinazione; d) problemi respiratori, ad es. difficoltà di respirazione, tosse, respiro corto e affannoso; e) problemi della pelle, per es. eruzioni cutanee, orticaria, pelle arrossata, prurito, formicolio o pizzicore della pelle, dermatiti; f) problemi cognitivi, ad es. difficoltà a pensare, a concentrarsi o ricordare; g) sintomi delle mucose, per es. occhi rossi e lacrimosi, congestione nasale, starnuti; h) problemi del sistema immunitario, ad es. ingrossamento delle ghiandole linfatiche, febbre, stanchezza; i) disturbi gastrointestinali, per es. nausea, gonfiore, crampi, diarrea; j) disturbi cardiovascolari, ad es. battito cardiaco veloce o irregolare, nervosismo, dolore toracico; k) problemi muscolo scheletrici, dolore articolare o muscolare, crampi, debolezza; l) altri problemi di salute. Le categorie delle conseguenze sulla salute sono state ricavate da studi precedenti su prodotti profumati ed effetti sulla salute (Caress e Steinemann 2004, 2005; Miller e Prihoda 1999), prodotti testati e recensiti da un gruppo pilota d’individui e operatori sanitari.

Oltre ai prodotti e agli effetti sulla salute, sono stati studiati i contesti di esposizione specifica che comprendevano le seguenti situazioni: profumatori d’ambiente o deodoranti utilizzati nei bagni pubblici e in altri luoghi, esalazioni di prodotti profumati per il bucato convogliate all’esterno da bocchette di asciugatrici, trovarsi in una stanza dopo che è stata pulita con i prodotti profumati, stare vicino a qualcuno che indossa un prodotto profumato, entrare in un esercizio commerciale in cui sono presenti gli aromi delle fragranze di vari prodotti in vendita, usare il sapone profumato  utilizzato nei bagni pubblici e la capacità di accedere ad ambienti che utilizzano prodotti profumati. Le domande hanno studiato la consapevolezza delle emissioni dei prodotti profumati e l’informativa sugli ingredienti, le preferenze per gli ambienti senza profumo (ad es. luoghi di lavoro, strutture sanitarie, aerei e alberghi) e i giorni lavorativi persi a causa dell’esposizione a prodotti profumati.

Il questionario demografico riguardava l’età, il sesso, il reddito familiare e il codice postale negli Stati Uniti.

Risultati

I risultati principali sono riassunti in questa sezione, mentre quelli completi sono forniti come documentazione supplementare.

L’uso del prodotto profumato

Della popolazione generale intervistata in America, il 98,3% è esposto a prodotti profumati almeno una volta a settimana, a causa dell’uso seguente: 72,8% profumatori e deodoranti per ambiente; 88,8% articoli per la cura personale; 79,9% prodotti per le pulizie; 84,1% articoli per il bucato; 77,0% prodotti per la casa; 70,2% profumi; 3,0% altro.

Inoltre, il 92,1% è esposto a prodotti profumati almeno una volta a settimana per l’uso altrui: 57,9% profumatori e deodoranti per ambiente; 66,1% articoli per la cura personale; 54,8% prodotti per la pulizia; 47,4% detersivi per il bucato; 52,3% prodotti per la casa; 68,7% profumi; 3,2% altro.

Collettivamente, il 99,1% della popolazione è esposto a prodotti profumati, almeno una volta alla settimana per l’uso personale, quello altrui o entrambi.

Effetti sulla salute 

Complessivamente il 34,7% della popolazione ha evidenziato uno o più conseguenze negative per la salute derivante dall’esposizione a uno o più tipi di prodotti profumati.

Gli effetti avversi più comuni sono stati i seguenti: 18,6% problemi respiratori; 16,2%

sintomi delle mucose; 15,7%  mal di testa; 10,6% problemi della pelle; 8,0% gli attacchi di asma; 7,2% problemi neurologici; 5,8% problemi cognitivi; 5,5% problemi gastrointestinali; 4,4% problemi cardiovascolari; 4,0% disfunzioni del sistema immunitario; 3,8% problemi muscolo-scheletrici; e 1,7% altri.

Del 34,7% della popolazione che ha segnalato effetti negativi sulla salute, il 56,1% sono donne e il 43,9% sono maschi. Così, proporzionalmente le femmine riportano più effetti collaterali rispetto ai maschi, collegato alla popolazione generale (53,8% femmine, 46,2% maschi).

I prodotti e le situazioni di esposizione che scatenano effetti negativi sulla salute includono i seguenti:

I profumatori e deodoranti per ambienti – il 20,4% ha evidenziato problemi di salute quando esposti ai profumatori o deodoranti d’ambiente (9,5%, problemi respiratori, 7,6% sintomi delle mucose, 7,2% mal di testa, 5,7% problemi della pelle, 4,7% attacchi di asma, 3,2% problemi neurologici, e altri). Questo comparato con gli studi precedenti (Caress e Steinemann 2009) nei quali il 17,5 e il 20,5% della popolazione (rispettivamente nel 2002-2003 e 2005-2006) aveva riportato mal di testa, difficoltà respiratorie o altri problemi di salute se esposti all’aria dei profumatori o deodoranti d’ambiente.

I prodotti per il bucato profumato rilasciati all’esterno – il 12,5% ha evidenziato problemi di salute per le esalazioni profumate del bucato provenienti dallo scarico di asciugatrici (4,2% sintomi delle mucose, 4,0% disturbi respiratori, 3,6% problemi di pelle, 3,3% mal di testa, 2,6% problemi gastrointestinali, 2,5% attacchi di asma e altri). Questo confrontato con gli studi precedenti (Caress e Steinemann 2009) nei quali il 10,9% della popolazione (nel 2005-2006) aveva evidenziato mal di testa, difficoltà respiratorie o altri problemi di salute quando esposti al profumo dei detersivi per il bucato ventilati all’esterno.

La vicinanza a una persona profumata – il 23,6% ha evidenziato problemi di salute quando sta vicino a qualcuno che indossa un prodotto profumato (10,4% problemi respiratori, 8,6% sintomi delle mucose, 8,5% mal di testa, 3,9% attacchi d’asma, 3,6% disturbi neurologici, 3,4% problemi di pelle e altri).

Questo confrontato con gli studi precedenti (Caress e Steinemann 2009) nei quali il 31,1% e il 29,9% della popolazione (rispettivamente nel 2002-2003 e nel 2005-2006) aveva segnalato mal di testa, difficoltà respiratorie o altri problemi di salute quando era accanto a qualcuno che indossava un prodotto profumato.

I prodotti per la pulizia – il 19,7% ha segnalato problemi di salute sostando in una stanza dopo che era stata pulita con prodotti profumati ( 9,6%, problemi respiratori, 7,3% sintomi delle mucose, 6,6% mal di testa, 4,1% problemi neurologici, 4,0% attacchi d’asma, 4,0% problemi di pelle e altri).

La gravità dei problemi di salute derivanti dall’esposizione a uno o più tipi di prodotti profumati è stata indagata, utilizzando il linguaggio della legge che tutela gli Americani con disabilità (ADA- Americans with Disabilities Act – 1990) per determinarne la disabilità corrispondente: “Personalmente alcuni di questi problemi di salute vi limitano sostanzialmente una o più attività della vita, come vedere, sentire, mangiare, dormire, camminare, stare in piedi, rialzarsi, piegarsi, parlare, respirare, apprendere, leggere, concentrarsi, pensare, comunicare o lavorare?” Della popolazione generale, il 17,2% ha risposto di sì, indicando che la gravità degli effetti dell’esposizione ai prodotti profumati è stata potenzialmente invalidante.

Richieste d’informazione sul prodotto e gli ingredienti 

I prodotti profumati (anche quelli chiamati green o organici) emettono una serie di composti organici volatili, tra cui pericolosi inquinanti dell’aria, ma relativamente pochi sono comunicati al pubblico (Steinemann 2015).

Della popolazione generale intervistata, il 46,4% non era a conoscenza che la “profumazione” in un prodotto è generalmente una miscela chimica con un minimo di diverse decine di sostanze fino ad arrivare a un massimo di alcune centinaia d’ingredienti e il 64,6% non era consapevole del fatto che le sostanze chimiche profumate non hanno bisogno di essere interamente dichiarate sull’etichetta del prodotto o nella scheda dei dati di sicurezza. Inoltre, il 67,3% non era informato del fatto che i prodotti profumati emettono normalmente sostanze inquinanti pericolose come formaldeide e il 72,6% non era consapevole del fatto che anche i cosiddetti prodotti profumati green, naturali e biologici emettono solitamente pericolosi inquinanti dell’aria. Tuttavia, il 60,1% non avrebbe continuato a usare un prodotto profumato se avesse saputo che emette inquinanti pericolosi per l’aria.

Le conseguenze sulla società e sul posto di lavoro

L’uso di prodotti profumati nella società può portare a una serie di gravi conseguenze, forse involontarie. Tra la popolazione generale, il 17,5% non è in grado o è riluttante a utilizzare i servizi igienici pubblici, a causa della presenza di un profumatore dell’aria, di un deodorante o di un prodotto profumato. Inoltre, il 14,1% non è in grado o è restio a lavarsi le mani con il sapone in un luogo pubblico, perché sa o sospetta che il sapone è profumato.

Inoltre, il 22,7% è impedito ad andare in un certo luogo perché sarebbe esposto a un prodotto profumato che lo farebbe ammalare.

Significativamente, il 15,1% della popolazione generale ha evidenziato che l’esposizione a prodotti profumati nell’ambiente di lavoro li aveva fatti ammalare, rimettendoci giornate occupazionali o facendogli perdere un lavoro. Inoltre, il 20,2% della popolazione ha riferito che se entra in un esercizio commerciale e c’è odore di deodoranti o di qualche prodotto profumato, ha bisogno di uscire il più rapidamente possibile.

Le politiche senza profumo ricevono un considerevole sostegno di maggioranza.

Tra la popolazione intervistata, il 53,2% sarebbe favorevole a una politica senza profumi nel posto di lavoro (rispetto al 19,7% che non lo sarebbe). Così, le persone che voterebbero sì per un posto di lavoro senza profumo sono 2,7, rispetto a quelle che sceglierebbero no. Inoltre, il 54,8% preferirebbe che le strutture sanitarie e gli operatori sanitari fossero senza profumo (rispetto al 22,4% che non lo vorrebbe). Così, le persone che voterebbero sì per strutture sanitarie e professionisti sanitari senza profumo sono quasi 2,5 volte, rispetto a quelle che voterebbero no.

I locali pubblici e gli esercizi commerciali, come aerei e alberghi stanno perseguendo la tendenza all’uso di profumo di marca o di dispersione di fragranze nell’aria attraverso gli ambienti interni. Tuttavia, i clienti potrebbero non necessariamente preferire l’aria profumata. Se diamo una scelta tra il volare su un aereo che immette l’aria profumata in tutta la cabina passeggeri o uno che non lo fa, il 59,2% sceglierebbe un aereo senza aria profumata (rispetto al 23,6% che sceglierebbe aerei con l’aria profumata). Così, oltre 2,5 volte più passeggeri preferirebbero un aereo senza aria profumata contro uno con l’ambiente fragrante. Allo stesso modo, se diamo una scelta tra un soggiorno in un hotel con l’aria profumata o senza, il 55,5% avrebbe scelto un albergo senza aria profumata (rispetto al 27,8% con l’aria profumata). Così, circa 2 volte più ospiti avrebbero scelto un albergo senza l’ambiente profumato piuttosto che con l’aria odorosa.

Discussione 

Le emissioni di prodotti profumati possono influenzare non solo la qualità dell’aria interna degli edifici, ma anche la salute umana, la produttività sul posto di lavoro e il benessere sociale. I risultati di questo studio mostrano che oltre un terzo degli Statunitensi soffre gli effetti negativi sulla salute, come ad esempio difficoltà respiratorie e mal di testa, da esposizione a prodotti con fragranza. Di questi individui, la metà ha evidenziato che gli effetti possono essere invalidanti. Eppure oltre il 99% degli Statunitensi sono esposti a prodotti profumati, almeno una volta una settimana, per uso personale o quello di altri.

Molte situazioni di esposizione sono involontarie, come ad esempio i profumatori ambientali

e deodoranti utilizzati nei bagni pubblici e altrove (il 20,4% della popolazione ha evidenziato problemi di salute da esposizione), i prodotti profumati per il bucato convogliati all’esterno (il 12,5%  ha segnalato problemi di salute), sostare in una stanza dopo che è stata ripulita con prodotti profumati (il 19,7% ha riportato danni alla salute), stare vicino a qualcuno che indossa un prodotto profumato (il 23,6% ha evidenziato disturbi di salute), insieme con i luoghi di lavoro, le strutture per l’assistenza sanitaria, gli alberghi e gli aerei  in cui l’aria degli ambienti è profumata.

Una grande maggioranza (almeno il doppio delle persone a sostegno, rispetto a quelle contro, fra quelle esaminate) preferisce che gli ambienti interni e le persone non siano profumate.

I prodotti profumati limitano anche l’accesso nella società. Della popolazione generale intervistata, il 17,5% era impossibilitato a usare i bagni pubblici a causa dei profumatori o deodoranti d’ambiente, il 14,1% non era in grado di lavarsi le mani con il sapone nei luoghi pubblici a causa della profumazione dei detergenti e il 22,7% non poteva andare in diversi posti a causa della presenza di prodotti profumati.

Inoltre, le esposizioni ai prodotti profumati hanno implicazioni economiche. Degli intervistati, il 20,2% entrerebbe in un esercizio commerciale, per poi uscirne il più rapidamente possibile se sente l’odore di prodotti profumati e il 15,1% ha perso giornate occupazionali o un lavoro a causa  delle esposizioni dei prodotti profumati nel luogo di lavoro.

È importante sottolineare, che gli effetti nocivi derivanti dall’esposizione a prodotti profumati, come nei posti di lavoro e luoghi pubblici, sollevano preoccupazioni circa la responsabilità. Per esempio, gli individui possono subire danni acuti alla salute, come ad esempio un attacco d’asma, se entrano in una toilette che utilizza deodoranti. Se non sono in grado di accedere a un bagno pubblico per la presenza di un deodorante per ambienti, allora questo crea una potenziale violazione della legge che tutela gli Americani con disabilità (ADA – American With Disabilities Act).

I fabbricanti di prodotti profumati, non sono tenuti a rivelare tutti gli ingredienti nelle formulazioni. Questa mancanza d’informazione può impedire gli sforzi per comprendere e ridurre gli effetti negativi associati con composti potenzialmente dannosi, come ad esempio alcuni composti organici volatili e composti organici semi-volatili.

Inoltre, ci manca la conoscenza sulle specifiche sostanze chimiche o miscele di sostanze che sono associate agli effetti negativi e questo è un settore importante per la ricerca.

Le limitazioni dello studio sono le seguenti: (a) i dati sono stati formulati su domande auto compilate, un metodo standard per il rilevamento della ricerca con punti di forza e carenze, (b) non sono stati inclusi  tutti i possibili prodotti e tutti gli effetti sulla salute, anche se le basse percentuali di risposte nella categoria “altro” indicano che l’indagine ha catturato i prodotti e gli effetti primari e (c) data la natura del sondaggio, non è stato possibile misurare direttamente le emissioni e le esposizioni per ogni persona intervistata.

I risultati di questo studio forniscono prove convincenti che tutti i giorni i prodotti profumati possono imporre gravi rischi per la salute umana, la qualità dell’ambiente, gli affari e la società. La ricerca futura potrà essere indirizzata a comprendere le tipologie degli ingredienti dei prodotti e le loro emissioni, che rappresentano problematiche legate alla correlazione fra esposizioni ed effetti sulla salute e i modi per ridurne gli impatti. Intanto, una soluzione per ridurre efficacemente i rischi è quello di evitare, limitare o ridurre l’uso di prodotti profumati.

Ringraziamenti

Ringrazio Amy Davis, Alison Johnson, John Branco, James Repace, Susan Felderman, Claudia Miller, Rodolfo Rincon, Lynn Heilbrun, Robert Damiano, e Taylor Williams per la preziosa

assistenza. Ringrazio anche il personale del Survey Sampling International per il lavoro superbo. Dichiaro che non ho interesse finanziario reale o potenziale concorrente.

Questo articolo è un omaggio al mio collega, Stanley Caress.

Open Access – Questo articolo è distribuito sotto i termini della Creative Commons at contributo 4.0 Internazionale di Licenza (http: / /creativecommons.org/licenses/by/4.0/), che permette l’uso senza restrizioni, distribuzione e la riproduzione con qualsiasi mezzo, a condizione di dare appropriato credito all’autore originale (s) e la fonte, fornire un collegamento per la licenza Creative Commons, ed indicare se sono state apportate modifiche.

Referenze

Americans with Disabilities Act (1990) Pub. L. No. 101–336, 104 Stat. 328

Bickers DR, Calow P, Greim HA, Hanifin JM, Rogers AE, Saurat JH, Sipes IG, Smith RL, Tagami H (2003) The safety assessment of fragrance materials. Regul Toxicol Pharmacol 37(2):218–273

Caress SM, Steinemann AC (2004) A national population study of the prevalence of multiple chemical sensitivity. Arch Environ Health 59(6):300–305

Caress SM, Steinemann AC (2005) National prevalence of asthma and chemical hypersensitivity: an examination of potential overlap. J Occup Environ Med 47:518–522

Caress SM, Steinemann AC (2009) Prevalence of fragrance sensitivity in the American population. J Environ Health 71(7):46–50

CCOHS (2015) Canadian Centre for Occupational Health and Safety. Scent-free policy for the workplace. http://www.ccohs.ca/oshanswers/hsprograms/scent_free.html. Accessed 26 July 2016

CDCP (2009) Centers for Disease Control and Prevention, Department of Health and Human Services. Indoor environmental quality policy CDC-SM-2009-01, Section C(1). http://www.drsteinemann.com/Resources/CDC%20Indoor%20Environmental%20

Quality%20Policy.pdf. Accessed 26 July 2016

Elberling J, Linneberg A, Dirksen A, Johansen JD, Frølund L,Madsen F, Nielsen NH, Mosbech H (2005) Mucosal symptoms elicited by fragrance products in a population-based sample in relation to atopy and bronchial hyper-reactivity. Clin Exp Allergy 35(1):75–81

IFRA (International Fragrance Association) (2011) Ingredients. IFRA 2011 use survey. http://www.ifraorg.org/en/ingredients#.V5xruyN95hA

Johansen JD (2003) Fragrance contact allergy: a clinical review. Am J Clin Dermatol 4(11):789–798

Kelman L (2004) Osmophobia and taste abnormality in migraineurs: a tertiary care study. Headache 44(10):1019–1023

Kim S, Hong SH, Bong CK, Cho MH (2015) Characterization of air freshener emission: the potential health effects. J Toxicol Sci 40(5):535–550

Kumar P, Caradonna-GrahamVM, Gupta S, Cai X, Rao PN, Thompson J (1995) Inhalation challenge effects of perfume scent strips in patients with asthma. Annals of Allergy, Asthma & Immunology 75(5):429–433

Miller CS, Prihoda TJ (1999) The environmental exposure and sensitivity inventory (EESI): a standardized approach for measuring chemical intolerances for research and clinical applications. Toxicol Ind Health 15(3–4):370–385

Millqvist E, Löwhagen O (1996) Placebo-controlled challenges with perfume

in patients with asthma-like symptoms. Allergy 51(6):434– 439

NazaroffWW,Weschler CJ (2004) Cleaning products and air fresheners: exposure to primary and secondary air pollutants. Atmos Environ 38(18):2841–2865

Rastogi SC, Johansen JD, Bossi R (2007) Selected important fragrance sensitizers in perfumes—current exposures. Contact Dermatitis 56(4):201–204

Sealey L, Steinemann A, Pestaner J, Hughes BW, Bagasra O (2015) Environmental factors may contribute to autism development and male bias: effects of fragrances on developing neurons. Environ Res 142:731–738

Somogyi L, Janshekar H, Takei N (1998) Aroma chemicals and the fragrance and flavor industry. Stanford Research Institute International, CEH Review, p. 503.5000F

SSI (Survey Sampling International) (2016) Dynamix Sampling Approach. Available from: https://www.surveysampling.com/technology/ssi-dynamix/. Accessed 3 Aug 2016

Steinemann AC (2009) Fragranced consumer products and undisclosed ingredients. Environmental Impact Assess Review 29(1):32–38

Steinemann A (2015) Volatile emissions from common consumer products. Air Quality, Atmosphere & Health 8(3):273–281

Steinemann AC, MacGregor IC, Gordon SM, Gallagher LG, Davis AL, Ribeiro DS, Wallace LA (2011) Fragranced consumer products: chemicals emitted, ingredients unlisted. Environ Impact Assess Rev 31(3):328–333

Uhde E, SchulzN(2015) Impact of room fragrance products on indoor air quality. Atmos Environ 106:492–502

 

 

 

 

 

 

Perché diventare sostenitore?

Sostieni le attività di AMICA, anche se non puoi dedicare del tempo al volontariato. Ricevi aggiornamenti via email su medici, ricerche e iniziative politiche. Sei invitato in anteprima ai nostri convegni e ai seminari formativi.
Partecipa, se vuoi, al Gruppo Google dei Sostenitori di AMICA per richiedere informazioni, scambiare consigli ed esperienze.