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Analisi utili per chi ha la Sensibilità Chimica Multipla

Che test devo fare per avere la diagnosi di MCS?

Ecco una delle domande più frequenti che arrivano all’Associazione AMICA. Spesso si fa questa richiesta nel tentativo di avere una certificazione medico-legale che aiuti ad ottenere migliori condizioni ambientali sul posto di lavoro, oppure il prepensionamento o l’invalidità civile. Questo articolo vi accompagna per arrivare ad una diagnosi obiettiva e legalmente valida.

Diagnosi di MCS

Innanzitutto bisogna dire che qualsiasi medico può fare la diagnosi di Sensibilità Chimica Multipla (MCS) basandosi sui criteri di consenso descritti nei vari consensi che sono stati approvati negli anni. Li trovate tutti sul sito di AMICA:

Non esiste una sola analisi specifica per la diagnosi di MCS, perché la diagnosi è descrittiva ovvero si basa sui sintomi del paziente e sulla sua storia personale di esposizione e reazioni alle sostanze chimiche.

Per avere una certificazione medico-legale bisogna dimostrare tutte le alterazioni fisiche e tutte le patologie croniche associate alla MCS, patologie che possono essere conseguenza di esposizioni a sostanze tossiche.

Sommario

Test di provocazione

Si intendono come test di provocazione quelli che sottopongono il malato ad un’esposizione per vedere le sue reazioni; per esempio il patch test, prick test o test di inalazione.

Il Consenso Italiano del 2019 chiarisce che i test di provocazione non sono la prima scelta nel paziente con MCS perché possono causare un peggioramento della malattia e perché possono scatenare reazioni sistemiche, ovvero a vari organi, ma non sulla pelle. Il caso tipico è quello di epistassi indotta da patch test.

Come spiegano Nicholas Asford e Claudia Miller nel libro “Sensibilità Chimiche” edito da Macro Edizioni, se proprio bisogna somministrare un test di provocazione, bisogna farlo dopo che il malato ha seguito un tempo di disadattamento restando per almeno 10 giorni in un ambiente controllato privo di sostanze chimiche (questi ambienti si chiamano “Unità Ambientali Controllate”).

Così si evitano risultati falsi: il test può risultare negativo quando il corpo è abituato ad un certo inquinante e può risultare falsamente positivo se il malato ha avuto qualche esposizione ambientale poco prima di fare il test.

Test allergologici

Esistono vari tipi di allergia a seconda del tempo in cui avviene la reazione:

Allergia di tipo I – dosaggio delle IgE cioè allergia immediata che si scopre con i RAST sul sangue. Questo è il tipo di allergia provocata da acari, pollini, farmaci (antibiotici e anestesie), alimenti, ecc.

Allergia di tipo III – dosaggio delle IgG che si fa spesso per le allergie agli alimenti (per esempio si fanno in convenzione all’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma).

Allergia di tipo IV – è l’allergia scatenata da plastiche, muffe, tossine ambientali, ftalati, metalli, farmaci, ritardanti di fiamma.

L’allergia di tipo IV si può diagnosticare in due modi:

  • test di trasformazione dei linfociti (LTT) che può testare i metalli pesanti, i pesticidi, i solventi, le muffe, i ritardanti di fiamma e i farmaci e si fa presso il Laboratorio di Brema che è uno dei più accreditati nella medicina ambientale.
  • Il Test delle citochine è una versione del test LTT messa a punto dal laboratorio di Monaco Lab4More del dott. Bieger e misura, oltre alla reazione dei linfociti, anche la reazione di alcuni parametri infiammatori (interleuchine ed interferone). Il laboratorio ha realizzato un test specifico per la diagnosi di MCS che studia la reazione ad un mix di solventi.

Con questi test si possono valutare le reazioni ad anestetici, antinfiammatori, antibiotici, materiali odontoiatrici, profumo, formaldeide, campi magnetici, ecc.

Il test delle citochine è stato usato con successo da un ospedale italiano che doveva operare una malata di MCS e ha fatto testare tutti i materiali necessari, come camici, guanti, mascherina chirurgica per il personale medico, tubi e macchinari per la respirazione, drenaggi, disinfettanti, anestetici, farmaci postoperatori, ecc.

Test autoimmunitari

Molti studi dimostrano una certa prevalenza di problemi autoimmunitari nei soggetti con MCS. Uno studio in particolare ha usato il test LTT Melisa per dimostrare la prevalenza di problemi autoimmunitari nei portatori di amalgame e di protesi in metallo.

Autoimmunità del cervello
Gangliosidi completi
Cervelletto
Cellule purkjnie
Recettore dell’acetilcolina
Serotonina
GFAP (Alzheimer)

Autoimmunità dei nervi
Mielina (sclerosi multipla)
Neurofilamenti
Neuroendotelio
Nervi periferici

Autoimmunità di base
ANA – antinucleo
DNA
ENA – SM antigeni nucleari estraibili
Ena – RNP
ENA – SS

Anticorpi tiroidei
AbTPO
Anti – tireoglobulina

Anticorpi fegato e reni
Antimicrosomi epatici e renali (LKMA)
Fegato solubile EPAT
Muscolo liscio ASMA
Centromeri ACA
Antimitocondrio AMA

Anticorpi vasculite trombosi
ANCA
APA (IgA, IgG, IgM) fosfolipidi cardiolipina

Concordate con il vostro medico di base o un reumatologo gli esami più indicati al vostro caso. Segnaliamo che il Primario di Reumatologia dell’Ospedale Santo Spirito Fatebenefratelli sulla Cassia, Prof. Alberto Migliore, è autore di uno studio sulla MCS in relazione alla Sindrome di Sjogren.

Test tossicologici

I test tossicologici servono a dimostrare che c’è stata un’esposizione a sostanze tossiche come pesticidi, metalli pesanti, ecc.

Il test del capello

Questo test è utile ai fini diagnostici e viene richiesto da molti medici, ma ha valore legale solo per alcuni metalli; il laboratorio migliore per questo test è Doctors’s Data negli Stati Uniti.

Dosaggi nel sangue e nelle urine

Questo dosaggio trova solo il carico tossico dovuto ad un’esposizione recente, ma non va bene per dimostrare un’esposizione cronica a basse dosi. Per esempio non va bene se si vuole dimostrare un’intossicazione da amalgama dentale quando le otturazioni sono state messe tanto tempo fa. Invece è utile se le otturazioni sono state messe o rimosse da poco tempo.

Oltre ai metalli si possono dosare nel sangue e nelle urine altri inquinanti come formaldeide, pesticidi, isocianati, PCP.

I malati di MCS spesso hanno una ridotta capacità di metabolizzazione delle sostanze chimiche e si ammalano proprio perché non riescono ad espellere queste sostanze dal fegato, dall’intestino e dai reni, quindi le tossine si accumulano nei tessuti e causano la malattia.

Per questo un test tossicologico negativo di sangue e urine non dovrebbe scoraggiare dal proseguire la diagnosi con altre analisi.

Test di trasformazione dei linfociti e test delle citochine

Questo test, che è stato descritto sopra in merito alle allergie, è molto utile per dimostrare se c’è stata un’esposizione a sostanze tossiche tale da stimolare tutt’ora una risposta immunologica nei linfociti.

Il test valuta la risposta a metalli pesanti, pesticidi, solventi, muffe e farmaci e si può fare presso il laboratorio di Brema, che è uno dei più accreditati.

Nel caso della MCS si può fare il test delle citochine al laboratorio di Monaco perché è più approfondito e, oltre ai linfociti, studia anche la reazione con citochine che è caratteristica della MCS.

Test del Chewin-gum

Il test del Chewing-gum dimostra il rilascio di metalli nella saliva da otturazioni in amalgama o da altre protesi metalliche. Si tratta di un test utilissimo, con validità medico legale, e si può fare a distanza presso il laboratorio di Brema.

Uno dei laboratori a cui si rivolgono i malati di MCS in Germania è a Brema e si possono inviare i campioni con corriere.

Test del metabolismo

  • dosaggi di glutatione perossidasi (GPO), il glutatione ridotto, il glutatione sulfureo transferase, la superossidismutasi (SOD)
  • ossigenometria: è un testo molto usato negli Stati Uniti per la caratterizzazione della MCS per stabilire la necessità o meno di fare una terapia quotidiana di ossigeno, nel 2021 il Prof. Andrea Mazzatenta dell’Università di Chieti ha pubblicato uno studio su questo test.
  • dosaggio della citrullina, che aiuta a dimostrare la presenza di stress ossidativo cerebrale perché è associata al rilascio di un importante neurotransmettitore l’ossido nitrico (NO), di cui parla il Prof. Martin Pall nei suoi studi.

Test genetici

Alcuni studi hanno trovato delle alterazioni dei polimorfismi genetici nei pazienti con MCS, in particolare i genotipi GSTM1, GSTT1, CYPD26 e altri. Questi polimorfismi sono responsabili di un’alterazione della metabolizzazione di sostanze chimiche, rendendola o troppo lenta o troppo veloce.

Se la metabolizzazione è troppo lenta, per esempio, si possono accumulare farmaci nel corpo o tossine ambientali. Se la metabolizzazione è troppo lenta, un farmaco potrebbe non fare effetto e potrebbe essere necessario aumentare la dose.

Va chiarito che la MCS non è una malattia genetica e che ci sono tantissime persone con questi polimorfismi che non sviluppano e non svilupperanno mai la MCS se vivono in un ambiente pulito.

Questi polimorfismi rappresentano solo una suscettibilità alla malattia, ma il fattore discriminante per attivare la malattia è l’esposizione a sostanze tossiche.

Presso il centro DIMA dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma è possibile fare tutti i MIFAR per lo studio dei farmaci meglio tollerati in base ai polimorfismi genetici. Insieme al sangue va consegnato (di persona o per posta) al laboratorio l’elenco delle classi di farmaci che si vogliono far studiare, per esempio farmaci anestetici, antibiotici, cortisonici, antidolorifici, antinfiammatori, antistaminici, antidolorifici, e persino farmaci anti virali contro il Covid-19.

Presso i centri tedeschi di Monaco di Baviera e di Brema sono disponibili tantissimi test dei polimorfismi genetici.

Diagnosi alternative alla MCS

La Dr.ssa Grace Ziem che da decenni aiuta i reduci della Guerra del Golfo e le persone danneggiate dai pesticidi ad avere il riconoscimento del danno, suggerisce di usare la diagnosi alternative alla MCS che non portano con sé tutta la controversia scientifica sulla MCS e sono riconosciute come conseguenza di esposizione a sostanze tossiche:

Sindrome delle Vie Aeree iper-reattive

La Sindrome delle Vie Aeree Iper- Reattive si diagnostica con una visita con un pneumologo e con i test della respirazione (come spirometria a riposo e con provocazione) o anche con una visita con l’otorinolaringoiatra. Ora ci sono una serie di test in grado di diagnosticare una forma di rinite non allergica che è irritativa e infiammatoria, definita NARESMA.

Encefalopatia neurotossica

L’encefalopatia neurotossica è diagnosticata attraverso dei test neurocognitivi che non comportano alcuna esposizione pericolosa per il malato. Per saperne di più si può leggere un articoletto sul blog del riconoscimento.

Anche la SPECT del cervello è utile a dimostrare il danno tipico della MCS nelle strutture profonde dell’encefalo, dove di solito, nei pazienti con sensibilità chimica ci sarebbe una riduzione della perfusione ovvero della circolazione sanguigna, secondo il Dr. Heuser e secondo il Prof. Daunderer, ma deve essere eseguita solo in caso di estrema necessità e da parte di personale esperto di MCS perché questi malati hanno tempi di perfusione diversi dal normale.

Test radiologici

Il contrasto

Quando si devono fare test radiologici è sempre meglio evitare quelli con contrasto. Per esempio, ad una paziente italiana che doveva fare la scintigrafia ossea, Rea avrebbe consigliato di fare invece la PET perchè il contrasto della scintigrafia (gadolino) persisterebbe nel corpo per settimane o mesi, mentre quello della PET, il fluoro attivato al momento, decadrebbe dopo poche ore.

Nei primi mesi del 2007 AMICA ha chiesto ai suoi iscritti di riferire la loro esperienza con la risonanza magnetica. Una ventina di malati di MCS ha risposto di averla fatta (in due casi con contrasto) senza aver avuto reazioni, ma due signore hanno riferito di essersi state malissimo e una di loro sostiene di aver sviluppato da allora l’elettrosensibilità e un’ipersensibilità olfattiva più accentuata.

La risonanza magnetica

Il Prof. Daunderer, a cui AMICA ha chiesto un parere, sostiene che ci potrebbero essere reazioni alla risonanza magnetica solo nelle persone che hanno otturazioni in amalgama o protesi di metallo perché i metalli amplificherebbero il campo magnetico. Il Prof. Daunderer suggerisce di fare RM aperta che ha meno potenza e crea meno rumore.

Una ricerca iraniana ha dimostrato che nelle persone con amalgama aumenta il rilascio di metallo nella saliva durante l’uso del cellulare e con la risonanza magnetica

TAC e radiografie

Riguardo alla TAC, il Prof. Daunderer la considera più pericolosa della risonanza magnetica perché emette radiazioni ionizzanti. Tuttavia per i pazienti elettrosensibili anche le radiografie potrebbero essere un problema. Le reazioni sono molto soggettive.

Il Prof. Marco Alessandrini dell’Università di Tor Vergata di Roma ha condotto diversi studi sulla MCS usando test radiologici.

Test ambientali

I malati possono stare male a causa di esposizioni ambientali quotidiane perciò può essere utile fare l’analisi tossicologica dell’acqua del rubinetto, delle polveri domestiche oppure il test delle muffe in casa (cioè si lascia una bacinella di coltura nella stanza per qualche ora e poi il laboratorio analizza la presenza di muffe). Qualsiasi ASL può fare questi test.

In Germania c’è un laboratorio a Brema che può fare tantissimi test ambientali e ha una lunghissima esperienza di medicina ambientale e di sicurezza ambientale.

Questo articolo non intende in alcun modo sostituirsi al consulto del medico, né fornire al paziente strumenti di auto-diagnosi: le informazioni qui riportate provengono dall’esperienza dei medici e dei malati e vogliono offrire solo uno spunto di riflessione che va approfondito da esperti.

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