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Le fragranze chimiche pongono un problema di salute pubblica

La Prof.ssa Anne Steinemann, che studia da decenni gli effetti avversi per la salute delle sostanze chimiche usate nelle profumazioni, ha condotto un sondaggio online sulla ipersensibilità alle sostanze chimiche e sulle abitudini della popolazione generale e delle persone ipersensibili nell’acquisto di prodotti profumati.

Sembra incredibile ma persino le persone ipersensibili non riescono ad astenersi dall’acquistare profumazioni forse perché spinte dalle campagne pubblicitarie pressanti che costruiscono un significato simbolico intorno ai profumi e li collegano fortemente alla costruzione della propria identità.

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Il sondaggio sulle fragranze

La Dott.ssa Ursula Klaschka, coautrice dello studio con la prof. Anne Steinemann, ha approfondito l’indagine in un rapporto dal titolo: “Between attraction and avoidance: from perfume application to fragrance‑free policies” ovvero “Tra attrazione ed evitamento: dall’applicazione delle profumazioni alle politiche senza fragranze “(Environ Sci Eur. 2020).

Ha condotto un sondaggio online sulla popolazione adulta (18-65 anni) in Germania per stabilire se gli individui ipersensibili fossero più consapevoli dei rischi dei profumi per la salute, rispetto alle persone in generale, e se adottassero misure di prevenzione.

I limiti del sondaggio

La ricerca aveva in sé dei limiti perché:

  • non ha considerato gli effetti nocivi dei profumi a lungo termine,
  • i dati erano auto-riportati,
  • mancavano i dati su gruppi particolarmente vulnerabili come i bambini,
  • la percezione individuale dei profumi dipende dal senso dell’olfatto che è molto diverso tra le persone,
  • la percentuale della popolazione tedesca colpita dagli effetti nocivi per l’esposizione a fragranze era solo del 19,9% molto più bassa rispetto ad altri paesi come Stati Uniti (34,7%), , Australia (33,0%), , Regno Unito (27,8%), e e Svezia (33,1%).

In conclusione è emerso che due quinti della popolazione preferisce prodotti senza profumo: gli uomini in un percentuale maggiore (54,9%) tra i 55 e i 65 anni, mentre le donne hanno la percentuale più bassa (29,2%) nella stessa fascia d’età.

Più della metà della popolazione generale (58,4%) preferisce hotel e voli aerei senza aria profumata.

Circa metà della popolazione generale ha dichiarato di non voler utilizzare un prodotto profumato che emette inquinanti pericolosi.

Difficile rinunciare ai profumi?

I dati hanno dimostrato che le persone utilizzano le sostanze profumate per essere più attraenti, comprese alcune persone del sottogruppo ipersensibile alle fragranze.

Una possibile spiegazione a questo caso di dissonanza cognitiva è che la pubblicità delle profumazioni personali promette di diventare attraenti e non vende solo immagini di fragranze, ma un prodotto che alimenta la fantasia, l’autostima, il desiderio, l’attrazione e l’immagine di sé. Perciò i consumatori non acquistano solo un profumo, ma le immagini pubblicitarie intimamente associate alle fragranze.

Se ad usare i profumi sono gli altri, invece, la percezione cambia: inaspettatamente, infatti, molti considerano i profumi indossati dagli altri un fattore che scatena sensazioni di repellenza.

Nello studio più di un terzo della popolazione ha dimostrato di avere una falsa percezione dell’igiene e di confondere il “profumato” con il pulito”, senza sapere che molte profumazioni chimiche possono aumentare negli ambienti interni le concentrazioni di sostanze pericolose per la salute.

Conosci gli ingredienti dei profumi?

Solo un terzo della popolazione generale legge le etichette sui prodotti per avere le informazioni sulle fragranze. Molte etichette sono incomplete e imprecise soprattutto per gli ingredienti profumati.

L’elenco di 26 ingredienti di fragranza obbligatorio sui prodotti per la cura personale non può essere considerato un metodo efficace di comunicazione del pericolo, poiché i consumatori non sono in grado di comprenderne le implicazioni. 

Meglio abiti profumati o senza odore?

Riguardo all’aspetto che molti consumatori preferiscono alternative senza profumo, un terzo della popolazione generale predilige che gli abiti non odorino dopo il lavaggio contro una persona su due che lo desidera. Nella sottopopolazione delle persone sensibili ai profumi il 50,2% preferisce un abbigliamento inodore contro il 38,4% che preferisce ugualmente l’odore del bucato profumato, nonostante gli effetti avversi.

Politiche senza profumazioni

Quasi la metà degli intervistati (46,4%) preferisce ospedali privi di profumazioni. Un terzo (33,2%) della popolazione generale è a favore di una politica senza profumi nel luogo di lavoro.

Un quinto della popolazione generale (21,6%) e metà delle persone sensibili (45,7%) è favorevole al divieto dei deodoranti ambientali nei bagni.

Negli Stati Uniti e in Canada c’è una forte domanda di politiche senza profumo negli ambienti pubblici come biblioteche, scuole, università, strutture cittadine e assistenza sanitaria, mentre in Germani abbiamo una scelta amplia sul mercato di prodotti comuni senza profumazioni aggiunte per allergici ed asmatici (raccomandati dall’Associazione tedesca DAAB), ma non di spazi ed edifici pubblici senza fragranze.   

I costi sociali delle profumazioni

Si stima che i costi economici dovuti all’esposizione sul posto di lavoro ai profumi in Germania sia di 14,8 miliardi di euro l’anno.

A causa dell’uso di profumi sul posto di lavoro vengono perse in media 7,4 giornate lavorative (di 8 ore), un numero maggiore rispetto alla media di 5,1 di giornate lavorative perse per persona negli USA, in Australia, in Svezia e nel Regno Unito.

La percentuale di persone ipersensibili ai profumi in Germania (19,9%) è molto più bassa rispetto alla media degli altri paesi (32,2%).

Cosa fare per proteggere la salute pubblica dai profumi?

Lo studio richiede un’etichettatura obbligatoria delle sostanze chimiche usate nelle pubblicazioni e una maggiore chiarezza non solo sui singoli ingredienti, ma anche sulle loro miscele. L’etichettatura dovrebbe essere obbligatoria per tutti i prodotti che contengono fragranze, non solo per quelli per la pulizia della casa o per la cura della persona.

I consumatori devono essere più consapevoli delle sostanze tossiche presenti nei profumi.

Chi è la dott.ssa Anne Steinemann?

La dottoressa Anne Steinemann  è una professoressa di Ingegneria civile  presso la James Cook University, Australia, e anche presso l’Università di Melbourne, Australia – una scienziata riconosciuta in ambito internazionale ed esperta mondiale di inquinanti ambientali, qualità dell’aria e relativi effetti sulla salute –

Nelle oltre 70 pubblicazioni di articoli su riviste peer-reviewed si è occupata degli effetti sulla salute delle profumazioni contenute nei prodotti di uso comune, realizzando anche delle importanti indagini tra le diverse popolazioni come Stati Uniti, Australia, Regno Unito, Svezia e nel 2019 con la Dott.ssa Ursula Klaschka in Germania.

Studio originale: Steinemann A, Klaschka U (2019) Exposures and effects from fragranced consumer products in Germany/Esposizioni ed effetti dei prodotti di consumo profumati in Germania. Air Qual Atmos Health 12(12):1399–1404.

Studio di approfondimento: Ursula Klaschka, “Between attraction and avoidance: from perfume application to fragrance‑free policies”, Environ Sci Eur. 2020; 32(1): 98. 17 luglio 2020. doi: 10.1186/s12302-020-00377-8.

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Foto di Briam Cute da Pixabay

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