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Ridurre le esposizioni riduce i sintomi dell’asma

Recensione di un articolo dell’American Academy of Allergy, Asthma and Immunology, 5 gennaio 2005. Our Toxic Times, maggio 2006- www.ciin.org
Traduzione a cura di A.M.I.C.A.- www.infoamica.it


Gli americani che hanno sintomi di asma o di allergia sul posto di lavoro potrebbero essere di fatto “allergici al lavoro”. Fino al 15% dei casi di asma negli adulti negli USA comprendono fattori correlati al lavoro e rappresentano circa 24,5 milioni di giorni di lavoro persi ogni anno. Secondo l’Accademia di Allergia, Asma e Immunologia l’asma occupazionale è definita generalmente come un disturbo polmonare causato dall’inalazione di fumi, gas, polveri o di altre sostanze potenzialmente nocive mentre si è al lavoro. “Una storia personale o familiare di allergie può rendere una persona più predisposta a sviluppare l’asma – ha dichiarato il dott. Michael C. Zacharisen, Capo del Comitato per le Patologie Occupazionali dell’AAAAI – tuttavia, i sintomi possono svilupparsi la prima volta anche in qualcuno che non ha alcuna storia di allergie, se è esposto a condizioni che possono scatenarla”.

I sintomi dell’asma occupazionale comprendono raffreddore, respiro corto, costrizione bronchiale, difficoltà nell’esercizio fisico e tosse. I sintomi possono comprendere anche naso gocciolante, congestione nasale e irritazione agli occhi. Tali sintomi peggiorano spesso lungo tutto la settimana lavorativa, migliorano nel fine settimana e ricominciano quando il lavoratore riprende a lavorare.

I lavoratori che hanno questi sintomi o che prevedono di essere esposti ad uno o più agenti che aumentano il rischio di sviluppare asma, dovrebbero farsi visitare da un allergologo/immunologo per una valutazione e per una diagnosi appropriata. In certi casi il trattamento preventivo con farmaci, specifici per controbattere gli effetti delle sostanze usate sul posto di lavoro, può essere d’aiuto. In altre situazioni l’evitamento totale potrebbe essere necessario.

Occasionalmente i lavori con sintomi persistenti d’asma, causati da sostanze sul luogo di lavoro, sono diagnosticati erroneamente come bronchiti. Se l’asma occupazionale non è diagnosticata correttamente e precocemente e se il lavoratore non è protetto o rimosso da un’esposizione, possono avvenire cambiamenti polmonari permanenti e i sintomi dell’asma vengono anche senza l’esposizione ad agenti scatenanti.

Chi è a rischio? L’incidenza dell’asma occupazionale è diffusa in varie industrie. Nell’industria dei detersivi, l’inalazione di un’enzima particolare, usato per produrre polveri per lavatrice, ha fatto sviluppare problemi respiratori in approssimativamente il 25% dei lavoratori esposti. Circa il 5% delle persone che lavorano con animali da laboratorio o con guanti di lattice naturale con polvere hanno sviluppato asma occupazionale. Sostanze chimiche largamente usate in molte industrie, comprese vernici spray, materiale isolante, plastiche, gomma e schiuma di poliuretano possono causare l’asma fino al 10% dei lavoratori esposti. Occasionalmente un incidente sul lavoro che comporti un’alta esposizione a fumi o polveri irritanti può causare l’asma.

Ridurre le esposizioni

Una volta identificata la causa, dovrebbero essere ridotti i livelli di esposizione: per esempio, un lavoratore potrebbe essere spostato ad una mansione diversa all’interno dell’impianto. I datori di lavoro potrebbero considerare uno screening preventivo degli aspiranti lavoratori con test della funzione polmonare a continuare poi i test dopo un certo periodo dopo l’assunzione per assicurarsi che non sviluppino l’asma. Le aree di lavoro dovrebbero essere monitorate attentamente per tenere ai livelli minimi possibili le sostanze che causano l’asma.

Per maggiori informazioni sulle opzioni terapeutiche e su suggerimenti per ridurre le esposizioni che scatenano l’asma sul luogo di lavoro contattate un allergologo e immunologo.

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