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Cellulari agli adolescenti, invito alla moderazione

19 Novembre 2005 – La notizia fornita ieri dall’ISTAT che gli utenti di telefoni cellulari dagli 11 ai 17 anni sono passati dal 55% all’83% è stata accolta con un generale apprezzamento perché indicativa di progresso e sviluppo. L’Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e Ambientale (AMICA) accoglie, invece, questa notizia con grande preoccupazione. L’uso dei cellulari è legalmente consentito ma la comunità scientifica non è tutta concorde sulla loro innocuità, soprattutto per i più giovani, che rischiano di risentire, in età matura, degli effetti “a lungo termine” dell’esposizione a micro-onde. AMICA denuncia l’esigenza di una campagna di comunicazione, rivolta agli adolescenti, per informare loro e i loro genitori dei rischi cui si va incontro con un uso errato del cellulare.

Secondo AMICA questo va usato solo quando è veramente indispensabile; mai in automobile perché le emissioni elettromagnetiche vengono potenziate dall’apparecchio per aumentare il segnale; mai acceso mentre si dorme, specie se tenuto sul comodino. La regola di buon senso è la moderazione, anche perché l’uso “superficiale” del telefonino, tanto per chiacchierare, comporta la necessità di installare sempre più ripetitori, che sono anche questi fonte di preoccupazione per la salute.

In Inghilterra, l’Agenzia per la Protezione della Salute ha lanciato un invito ai genitori affinché limitino l’uso dei cellulari ai figli, ricevendo grande eco sulla stampa e sui media.
Non c’è solo il sospetto di poter sviluppare tumori cerebrali ma anche al nervo acustico, come ha dimostrato nel 2004 uno studio dell’Istituto di Medicina Ambientale “Karolinska”, in Svezia. Tale rischio si presenta, però, solo su lungo termine, dopo dieci anni di esposizione.

Grande preoccupazione sta emergendo nella comunità scientifica internazionale anche per il fenomeno della cosiddetta “elettrosensibilita’”. Sempre più persone riferiscono sintomi, come mal di testa, nausea, stanchezza, quando esposte a emissioni elettromagnetiche di bassa entità.

Serve ulteriore ricerca sugli effetti a lungo termine di tutti i dispositivi mobili, secondo A.M.I.C.A., ma nel frattempo bisogna difendere coloro che sono potenzialmente più a rischio, come bambini e persone affette da gravi patologie croniche e degenerative.

Pochi mesi fa A.M.I.C.A. aveva chiesto al Ministero della Salute maggiore ricerca e informazione sugli effetti biologici dei cellulari e dei ripetitori, con una particolare attenzione al rischio di sviluppare elettrosensibilità. All’ Associazione A.M.I.C.A., infatti, si rivolgono sempre più persone che lamentano di sentirsi male se usano il cellulare, se guardano la tv, se usano il pc, ecc.

In Italia non esiste un centro specializzato per questo problema, mentre in Svezia l’elettrosensibilità è riconosciuta come invalidità organica.

Sul sito di A.M.I.C.A. si possono trovare alcuni studi del Prof. Henry Lai dell’Università di Washington riguardo gli effetti biologici e neurologici dell’esposizione a fonti elettromagnetiche.

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