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Sensibilità Chimica Multipla: tra inquinamento e omeostasi

Intervento del dottor Aldo di Benedetto del Ministero della Salute alla Conferenza stampa del 24 Marzo 2021 ore 18.30-19.30 “Emergenza Covid-19: quali tutele per i malati di Sensibilità Chimica Multipla?”
Al Ministero della Salute mi occupo di rischio fisico, chimico, biologico e tutela della salute ambientale, tr cui del Regolamento REACH che riguarda le sostanze e le miscele chimiche. E’ interessante, per avere un’idea del problema, conoscere quello che dichiara l’Agenzia Europea per l’Ambiente nel 2019:
“Nel 2017 a livello globale sono state prodotte duemilatrecento miliardi di tonnellate di sostanze chimiche, oltre a duemilioni e ottocentosettemila tonnellate di pesticidi, a queste si aggiunge un’enorme quantità di farmaci, che hanno caratterizzato una spesa globale per le medicine – quasi millecinquecento miliardi di dollari USA, questo entro il 2021.
La produzione di sostanze chimiche pericolose per la salute nella Unione Europea è stata di 209 milioni di tonnellate nel 2019, di cui 33 milioni di tonnellate di sostanze cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione, a queste si sommano altre 95 miliardi di tonnellate di sostanze tossiche per l’ambiente. Sono stati venduti 360 tonnellate di pesticidi e prodotte cinquantotto milioni di tonnellate di plastica.”
Ho voluto citare questo rapporto perché è importante capire il contesto in cui siamo inseriti.

Perché è importante la Sensibilità Chimica Multipla (MCS)?

Negli ultimi dieci anni ho dedicato la mia vita ad approfondimenti di carattere epistemologico in tal senso vorrei fare delle considerazioni che esulano dal contesto istituzionale ma che riguardano l’approccio della scienza medica. Faccio quindi un riferimento a quello che si chiama “l’effetto biologico”.

Quando si manifesta l’effetto biologico?

L’effetto biologico si manifesta quando si hanno variazioni morfologiche e funzionali al di sopra del livello molecolare, quindi c’è un disturbo che si manifesta e che noi non vediamo.
Il danno biologico si registra quando l’effetto biologico supera i limiti di efficacia e dei meccanismi di adattamento dell’organismo. E’ importante dire queste cose e precisarle, perché non sempre è così? Perché non si parla quasi mai di un concetto che è alla base della vita, della salute e del benessere: “l’omeostasi“.

Che cosa è l’omeostasi?

Chiave euristica della sopravvivenza, è un sistema intelligente di regolazione e di “compensazione” o volgarmente di “adattamento” posseduto da tutti gli organismi viventi, da quelli più semplici a quelli più complessi, compreso l’uomo.  Si tratta di una compensazione a un impatto o a un “insulto” ai processi vitali, precisamente un insulto a ciò che definirei una coerenza interna di un sistema vivente.
La coerenza interna è un sistema di autoregolazione che dà la possibilità a tutti gli esseri viventi, compreso l’uomo, di mantenere “l’omeostasi”. Cioè un certo equilibrio, che è quella sensazione di benessere che però può precipitare, quando i sistemi di compensazione non sono più in grado di far fronte a quell’insulto, che può provenire da fattori estrinseci o da fattori non conosciuti dal sistema vivente.
Questo processo è ancora poco studiato dalla scienza che si occupa prevalentemente di fenomeni meccanicistici, cioè di rapporto causa-effetto, ma oggi in questa società, le cose sono completamente diverse.

Nei sistemi viventi non sussiste una semplice fenomenologia di causa-effetto!

I sistemi viventi si confrontano costantemente con l’ambiente nel quale vivono. Il collega che mi ha preceduto ha fatto riferimento all’ambiente salubre e l’ambiente insalubre.  Anche qui c’è un limite nelle definizioni, come si fa a dire se un ambiente è salubre o insalubre? Tutto dipende da come abbiamo imparato a conoscere l’ambiente. Non è una cosa oggettiva, ma soggettiva. Da qui nasce l’ipersensibilità individuale alle sostanze chimiche.

Per questo che è difficile classificare la MCS all’interno del quadro nosologico nella Classificazione Internazionale delle Malattie, così del resto molte altre malattie classificate in passato e che ora, secondo il mio modesto parere, andrebbero riclassificate.

Non c’è oggi un corrispettivo di quella classificazione con l’attuale situazione epidemiologica, sociale, economica, per cui abbiamo bisogno di capire di più. Abbiamo bisogno di indagare meglio, ciò che sta perturbando i sistemi viventi.  Anche se una cosa è certa, da tempo lo affermano molti scienziati: le sostanze chimiche di cui parliamo, o le particelle aeree che caratterizzano l’inquinamento della biosfera, sono sostanze xenobiotiche.

Che cosa vuol dire xenobiotiche?

Significa estranee alla regolazione dei meccanismi di funzionamento di un sistema vivente. Quindi dobbiamo dire che siamo in ritardo nella comprensione di questi meccanismi o che la prevenzione, quella vera, è in forte ritardo!
Come si fa a spiegare a un politico il concetto di xenobiotico? Per esempio i sistemi viventi utilizzano degli aminoacidi, che sono in numero di trenta, e sempre gli stessi, per formare proteine che hanno un avvolgimento sinistrorso a forma di elica. Tale caratterizzazione determina la funzione essenziale delle proteine della vita, l’essenza della sua organizzazione. Nella chimica antropogenica le proteine utilizzate non sono sinistrorse ma cambiano il loro avvolgimento, quindi c’è uno scontro subliminare tra quello che è l’organizzazione e l’autoregolazione di un sistema vivente e il prodotto tecnogenico dell’industria immesso nel nostro ambiente di vita, segnali di evidente incompatibilità con i processi vitali.

Dobbiamo ridare forza al concetto di compatibilità.

Perché non c’è compatibilità tra una sostanza estranea alla vita e le sostanze che regolano i sistemi viventi.
Finisco qui la mia riflessione, consapevole che poi bisogna affrontare realisticamente al meglio una problematica misconosciuta, come la MCS. Fra l’altro dobbiamo apprezzare la Regione Friuli Venezia Giulia che propone un testo di legge che sostiene le esigenze dei malati di MCS.
La Dott.ssa Francesca Romana Orlando dell’Associazione di volontariato AMICA chiede:

“Possiamo considerare anche i campi elettromagnetici pulsati come una sorta di agenti xenobiotici?”

Con i campi elettromagnetici siamo ad un livello ancora meno conosciuto dal punto di vista biologico. Prima ho accennato al concetto di danno biologico e di effetto biologico, che si riferiscono ad un livello sovramolecolare, ossia di regolazione tra molecole, ma i campi elettromagnetici sono in una situazione completamente diversa. In effetti un campo elettromagnetico, agisce in una dimensione di fisica quantistica, a livello atomico. Qui manca ancora la formazione e la conoscenza in medicina.
Un sistema vivente, oltre ad essere regolato a livello molecolare è regolato anche a livello atomico, perché gli scambi all’interno di una cellula avvengono attraverso micro campi elettromagnetici, ossia tra il DNA e il RNA, c’è un sistema di informazione subliminale  che si fonda su microcampi elettromagnetici.
Un’interferenza estranea sicuramente – e questo è ineccepibile – va a turbare questo sistema di scambi e di regolazione. Inevitabilmente c’è un sussulto che può determinare dei disturbi, che si vanno a sommare a quei disturbi che possono essere creati a livello molecolare da altri faattori, come le sostanze chimiche antropogeniche. Quindi siamo attraversati da un mix di inquinanti,  che interferiscono con i sistemi di auto regolazione dei viventi.

AMICA-ODV ringrazia il Dott. Aldo Di Benedetto per aver concesso l’autorizzazione a pubblicare il suo intervento e un grazie speciale a Donatella Stocchi per la trascrizione e l’editing del testo.

Foto di roegger da Pixabay

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