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Errare è umano… ma può rendere la MCS peggiore

Martin Abramson
Our Toxic Times, giugno 2008,
pubblicazione del Chemical Injury Information Network – www.ciin.org
Traduzione a cura di A.M.I.C.A.

Con la MCS, che obbliga a fare una molteplicità di valutazioni ogni giorno, sbagliare è facile, ma minimizzare gli errori nella gestione della MCS è di fondamentale importanza perché qualsiasi errore, sia esso abbastanza pesante o prolungato nel tempo, può far peggiorare la condizione. Per quanto possa essere difficile la gestione della MCS, è meglio evitare di peggiorare piuttosto che aspettarsi che migliori una volta che è ormai peggiorata.

Imparare a ridurre le perdite
Un errore comune che fanno molti malati di MCS è tollerare le reazioni croniche senza intraprendere alcuna azione per porvi rimedio. Il corpo umano può cambiare in un istante e tollerare delle reazioni croniche all’infinito significa lasciare che la condizione peggiori. Fare dei cambiamenti ambientali può essere stressante e spesso comporta scelte difficili. Ciononostante, ritardare l’inevitabile non è nell’interesse della nostra salute. Quando si affronta un problema è meglio affidarsi a persone competenti o ad un consiglio professionale per poi valutare attentamente tutte le azioni. Se il problema non può essere superato senza apportare dei cambiamenti, è meglio fare i cambiamenti prima possibile.

Stare calmi
Al fine di prevenire reazioni importanti è è importante non sentirsi sopraffatti. Così come per molti aspetti della MCS, questo è difficile. Per esempio, talvolta una reazione può avvenire lentamente in un periodo di tempo e poi esplode all’improvviso. Per prevenire tutto questo è meglio scoprire subito qual’è il problema alla base di ogni reazione.

Questo vale anche per le piccole reazioni che stanno allo stesso livello giorno dopo giorno perché, se persistenti, possono diventare grandi all’improvviso. Allo stesso modo nuove reazioni verso sostanze sospette possono iniziare imponenti, perciò è meglio proteggersi da materiali sospetti in anticipo. Ovviamente è consigliabile ogni tanto di stare in una zona sicura per prevenire reazioni di accumulo.

Fare un controllo del background
Il detto “il naso lo sa” è vero, ma talvolta lo è fino ad un certo punto. Per esempio, quando si entra in una stanza, si possono percepire certi odori problematici. Tuttavia, dopo un po’ questi odori sembrano svanire perché il sistema olfattivo si abitua. Non bisogna pensare, perciò, che le sostanze chimiche non siano più un problema perché è probabile che la mancanza di reazione sia una reazione nascosta o ritardata.

Anche se non si collegano più i sintomi agli odori, questi possono essere ancora presenti e non percepiti, cioè sotto la soglia olfattiva. È consigliabile, perciò, controllare gli odori quando si entra la prima volta in una stanza con le finestre chiuse e risolverli il prima possibile.
Anche gli occhi come il naso possono “abituarsi”. Per esempio, ci possono essere tracce di muffe in una stanza dove contribuiscono a far peggiorare la salute, ma, poiché ormai siamo abituati a vederle, restano “sullo sfondo” e non le consideriamo più un problema. Si consiglia di fare un controllo periodico delle case.

Esperimento
Il più grande errore che l’autore abbia mai commesso è stato fare un esperimento che era sicuro sarebbe fallito. Quando ci si scontra con un problema ambientale, la risposta normale è cercare di pensare a possibili soluzioni. Se si pensa che nessuna delle soluzioni funzionerà, si tende a scartarle, cosa che potrebbe essere sbagliata, soprattutto nel caso in cui un semplice esperimento dimostrerebbe fino a che punto una soluzione o l’altra comportano l’uso di sostanze chimiche

È sorprendente quante idee che si ritenevano fallimentari invece poi nella pratica funzionano e, anche se non funzionano, un esperimento può portare a scoprire qualcosa di utile. Molte invenzioni utili sono avvenute casualemente durante un esperimento.

Lavorare con assistenti
L’aiuto di un assistente poò essere determinante per pulire, per rimuovere le muffe o per fare altre cose che impongono alle persone con MCS di tenersi ad una distanza di sicurezza. Inoltre, un’assistente che conosce bene la MCS può aiutare a ricreare nella giusta direzione e a fare da controprova.

Qui di seguito c’è un elenco da fare prima di ogni lavoro.
Innanzitutto, è importante che il malato di MCS testi tutti i materiali in anticipo personalmente. Dopo dovrebbe mimare tutti i passi del lavoro per prevenire eventuali questioni da risolvere. Si può fare un elenco scritto dei passi da intraprendere per orientare l’assistente.
Mentre si fa il lavoro, il malato di MCS dovrebbe tenersi ad una certa distanza per dirigere i lavori e ricevere un feedback, servirebbe un tempo ragionevole per il feedback per trarre le conclusioni di ciascuna prova, cioè interrompere il lavoro 5 – 10 minuti per valutare qualsiasi problema. Dopo il lavoro concluso andrebbe ispezionato il prima possibile, appena è sufficientemente sicuro per il malato, così da fare delle eventuali correzioni, se necessarie.

Farmaci
Un punto nodale da ricordare è che, poiché sono sostanze chimiche, i farmaci aumentano il “carico tossico” (1) individuale. Bisogna anche riconoscere che bisogna stare particolarmente attenti ai farmaci difficili da smaltire perché questi presentano il rischio di allergie e sensibilizzazioni. Perciò, prima di iniziare una terapia, è meglio chiedere al medico se ci può essere un problema nello “smaltire” il farmaco.

Capire l’ansia
Gestire l’MCS può causare ansia, cosa che può disorientare visto che l’ansia amplifica le reazioni.

“L’omino interiore”
Oltre all’ansia c’è un altro meccanismo che può disorientare. A volte si fa un’azione anche se si pensa che sia sbagliata. Questo accade anche nel settore degli investimenti finanziari: la ricerca dell’industria degli investimenti ha scoperto che alcuni investitori procedono a fare investimenti anche se li ritengono un errore.
Per prevenire questo fenomeno, i malati di MCS dovrebbero ascoltare la loro voce interiore e chiedersi se stanno facendo davvero le cose giuste. Sfortunatamente non tutti gli errori sono così visibili e può servire l’aiuto di una persona accanto.

Imparare dagli errori
Nella MCS così come nella vita l’errore più grande che si può fare è non imparare dai propri errori.

Note:
1. Robert S. Majer, Ph.D e Randy Lee Mayer, “Common Medical Problem”, Our Toxic Times, luglio 2005, vol. 16, N.7.
2. Robert S. Majer, Ph.D, “Resiliency”, Our Toxic Times, ottobre 2005 (parte 7), dicembre 2005 (parte II).

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