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Per il Programma Nazionale di Tossicologia degli Stati Uniti le radiazioni della telefonia mobile causano il cancro

Gli scienziati del Programma Nazionale di Tossicologia degli Stati Uniti hanno presentato alla riunione annuale della Società di Mutagenesi e Genomica Ambientale che si è tenuta a Raleigh, nella Carolina del Nord, dal 9 al 13 settembre 2017 i risultati del loro studio sulla genotossicità delle radiazioni dei telefoni cellulari di Seconda Generazione o 2G nei ratti e nei topi. La ricerca, costata 25 milioni di dollari, era stata commissionata nel 1999 dalla Food and Drug Administration
Lo studio prevedeva di esporre ratti e topi maschi e femmine alle radiazioni del telefono cellulare per 18 ore al giorno ad intervalli di 10 minuti con un tasso di assorbimento specifico (SAR) di 1,5, 3 o 6 W / kg per 19 settimane dal quinto giorno di gestazione. I topi sono stati esposti a radiazioni a 2,5, 5 o 10 W / kg (SAR) per 13 settimane dal quinto giorno dopo la nascita.

In questo modo è stato possibile osservare le mutazioni avvenute nei topi a seconda della densità di potenza del segnale a cui sono stati esposti. Per valutare queste mutazioni i ricercatori hanno utilizzato il test della cometa, noto anche come elettroforesi su singola cellula, che è un test di mutagenesi per l’identificazione di danni al DNA in una cellula di mammifero. Così facendo hanno trovato un danno al DNA in tre regioni del cervello, nelle cellule epatiche e nei leucociti del sangue. Il danno cromosomico è stato valutato negli eritrociti del sangue periferico utilizzando il test dei micronuclei.

I danni risultavano particolarmente evidenti nella corteccia frontale dei topi maschi, nei leucociti periferici di topi femmine, nell’ippocampo dei ratti maschi.

Va osservato anche che nessuno dei ratti del gruppo di controllo, ovvero non esposti alla radiazione del celluare, ha sviluppato questi tumori.

Gli autori hanno concluso che “l’esposizione a radiazioni da radiofrequenza può indurre un danno al DNA misurabile in determinate condizioni di esposizione”.

Il rapporto completo con i risultati definitivi dello studio del Programma di Tossicologia Nazionale è atteso per l’inizio del 2018.

Gli esperti del settore hanno raccolto con grande interesse i risultati di questo studio su animali perché la classificazione dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro aveva classificato nel maggio 2011 la radiazione da radiofrequenza della telefonia mobile, di Wi-Fi e Wi-Max come “Possibile Cancerogeno” di Classe 2B, piuttosto che come “Probabile Cancerogeno” di Classe 2°, proprio per la carenza di studi su animali. Questo studio colma, quindi, quella carenza e suggerisce che sarebbe opportuno un aggiornamento della valutazione della pericolosità cancerogenica delle radiazioni da radiofrequenza da parte della IARC.

Lo studio del Programma Nazionale di Tossicologia degli Stati Uniti è molto importante anche perché rivoluziona le nozioni sui cosiddetti effetti non termici, ovvero sugli effetti biologici prodotti da radiazioni a basse dosi che non sono in grado di riscaldare la materia vivente. Le agenzia di salute pubblica, come l’OMS, per esempio, ritengono che ci si debba preoccupare solo degli effetti termici perché gli effetti non termici sono transitori. Questo studio su ratti e su topi mostra il contrario dal momento che gli effetti osservati sono avvenuti per radiazioni a basse dosi e quindi per effetti non termici.

Molti osservano, peraltro, che questo studio riguarda gli effetti di una tecnologia che praticamente sta diventando obsoleta, la 2G, mentre sempre più nuove tecnologie si stanno diffondendo sul mercato come 3G, 4G, e 5G, della cui tossicità ancora non si sa abbastanza.

Alcuni ricercatori, come i 180 scienziati e medici che hanno firmato il recente appello alla Commissione Europea per fermare il 5G, suggeriscono che l’esposizione a queste nuove tecnologie potrebbe essere considerata addirittura come una sperimentazione su umani senza il loro consenso, con una possibile violazione del Trattato di Norimberga.

Se ne conclude che i governi e le agenzie di salute pubblica hanno una grande responsabilità per avere dato autorizzazione all’uso di tecnologie che richiederebbero una più approfondita valutazione del rischio e soprattutto una valutazione più indipendente, mentre al momento pesano i tanti studi finanziati dall’industria. E’ noto, infatti, che anche ricercatori che operano in strutture pubbliche, come la stessa OMS, ricevono finanziamenti per le loro ricerche da fondazioni che funzionano grazie ai fondi dell’industria, per quanto dichiarino di avere un “sistema di mascheramento” che impedisce al singolo ricercatore di conoscere l’esatta industria da cui provengono i fondi della sua ricerca. Questo sistema di mascheramento appare del tutto insufficiente per garantire l’indipendenza degli esperti, soprattutto di quelli che ricoprono incarichi pubblici.

Secondo Joel M. Moskowitz, Direttore del Centro di Salute della Famiglia e della Comunità della Scuola di Salute Pubblica dell’Unversità della California, a Berkeley,  autorevole ricercatore noto per la sua attività di divulgazione, persino l’informazione sui risultati dello studio del Programma Nazionale di Tossicologia degli USA sembra aver risentito dell’interferenza dell’industria e di pregiudizi.

L’Istituto Nazionale di Scienze della Salute Ambientale degli USA riporta, infatti, lo studio è risaltato in più di mille notiziari e che quasi 150 giornalisti hanno partecipato alla conferenza stampa telefonica tenuta dal NTP il 27 maggio, ma gran parte della copertura mediatica conteneva molti pregiudizi o “giochi di parole” destinati a creare un dubbio sugli importanti risultati dello studio. Hanno fatto eccezione gli articoli più equilibrati apparsi sul Wall Street Journal  e su Mother Jones.

Lo stesso Joel M. Moskowitz ha identificato un vero e proprio elenco di informazioni che sono risultate manipolate (spin) sulla stampa americana con lo scopo di sminuire la portata dei risultati dello studio del Programma Nazionale di Tossicologia degli Stati Uniti. Per leggere l’elenco completo clicca qui.

Il rapporto dello Studio del Programma Nazionale di Tossicologia degli Stati Uniti è disponibile cliccando qui.

 

Recensione di Francesca Romana Orlando

Giornalista e Vice Presidente di AMICA

 

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