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Protocollo per la diagnosi e il trattamento dell’avvelenamento cronico da monossido di carbonio

Autore: Albert Donnay, MHS, Presidente di Ingegneria della Salute Ambientale
MCS Referral & Resource –
www.mcsrr.org

Scarica il Protocollo completo in PDF

Il monossido di carbonio è la causa più comune di morte accidentale negli Stati Uniti da oltre 100 anni. Questo protocollo è stato realizzato per aiutare i medici, i terapisti della respirazione e altri professionisti sanitari nel diagnosticare e trattare i casi di avvelenamento cronico da basse esposizioni a monossido di carbonio.

Il protocollo non va usato per farsi un’autodiagnosi o un’autotrattamento ed è essenziale rivolgersi sempre al medico.

Il monossido di carbonio è, secondo il Dott. Albert Donnay, una delle possibili cause della Sensibilità Chimica Multipla (MCS). Questo protocollo serve a fare una diagnosi differenziata dell’avvelenamento da monossido di carbonio che può causare diverse patologie.

Fonti ambientali di monossido di carbonio

Le fonti principali del monossido di carbonio (CO) nelle abitazioni americane sono i fumi, le esalazioni di gas delle cucine economiche e dei veicoli avviati nei garage collegati, ma non aerati. Altre fonti sono gli impianti di riscaldamento a gas e a petrolio, i caloriferi portatili, i forni, le stufe a legna e a carbone, i caminetti a legna o carbone, le benzine e gli esplosivi.

Anche i forni elettrici possono produrre monossido di carbonio quando cucinano alcuni cibi e sempre quando vengono scaldati per l’auto pulizia.

Il corpo umano modifica anche alcune sostanze chimiche inspirate e ingerite in monossido di carbonio, tra cui diclorometano onnipresente (un solvente comune presente specialmente negli svernicianti e utilizzato come propellente nei prodotti di consumo nelle bombolette spray).

Siccome il monossido di carbonio è inodore, incolore e insapore, l’unico modo per proteggere le persone dalle esposizioni potenzialmente mortali è con un Rivelatore di monossido di carbonio,

Fonti endogene di Monossido di Carbonio

Gli stress di qualsiasi genere producono un aumento della produzione di eme ossigenasi-1 (HO-1), il cosiddetto “enzima da stress universale”, che si decompone dalle proteine eme in ferro, biliverdina (che è quindi convertita poi in bilirubina, un potente antiossidante) e monossido di carbonio.

Gli stress che causano la produzione di HO-1 negli animali e negli esseri umani includono il calore, la luce, il suono, gli odori, i campi elettromagnetici, le infezioni, i traumi fisici e la tensione mentale o psicologica.

Gli stress fisici, biologici, chimici e mentali possono produrre HO-1 e, insieme all’altro isoenzima, HO-2 incide per il 75% alla produzione di monossido di carbonio endogeno.

Altre sorgenti di monossido di carbonio includono l’auto ossidazione dei fenoli, dei flavenoidi e alometani, la foto-ossidazione di composti organici e la perossidazione lipidica dei lipidi della membrana.

Misurazione del monossido di carbonio

I livelli di monossido di carbonio derivanti dall’ambiente e dalla stessa produzione interna del corpo si misurano nel respiro, nel sangue o nei muscoli.

Le più comuni misurazioni del livello di carbossiemoglobina (COHb) identificano solamente la percentuale di emoglobina che è legata al monossido di carbonio, ma questo è normale nei casi d’avvelenamento cronico da bassi livelli di monossido di carbonio e anche nei casi acuti non coerentemente riferiti ai sintomi.

Sintomi dell’avvelenamento da monossido di carbonio

Il monossido di carbonio si lega a tutte le proteine del sangue, specialmente all’emoglobina (Hb) e interferisce così con l’uso dell’ossigeno durante l’attività, specialmente nel muscolo cardiaco. I sintomi più comuni dell’avvelenamento sono:

  • Cefalea
  • Fatica, debolezza
  • Dolori muscolari, crampi
  • Nausea, vomito
  • Disturbi allo stomaco, diarrea
  • Confusione, perdita della memoria
  • Vertigine, incoordinazione
  • Dolore al torace, tachicardia
  • Respiro difficile o superficiale
  • Alterazioni dell’udito, della vista, dell’olfatto, del gusto o del tatto.

Siccome tutti questi sintomi sono comuni a così tanti disturbi, nessuno singolarmente è considerato specifico della diagnosi dell’avvelenamento da monossido di carbonio, ma serve ad avere un sospetto, specialmente se gli stessi sintomi sono riportati da più persone che occupano uno spazio chiuso (edificio, veicolo, barca o aereo).

Biomarcatori dell’avvelenamento cronico da bassi livelli di monossido di carbonio

  • scansione SPECT del cervello che prova la diminuzione del flusso sanguigno nelle diverse aree del cervello, si nota un miglioramento con il trattamento con ossigeno.
  • test del livello arterioso e venoso del sangue per asfissia da gas per confrontare la pressione parziale dell’ossigeno nel sangue venoso con quello dell’ossigeno nel sangue arterioso. Il livello ottimale di di ossigeno nel sangue venoso negli adulti per non fumatori sani è circa 25mm Hg, mentre i livelli nei pazienti da avvelenamento da monossido di carbonio – e anche nei pazienti con Sindrome da Fatica Cronica, Fibromialgia e Sensibilità Chimica Multipla – sono comunemente da 30 a 50. Il divario arterioso – venoso ottimale è da 70 a 60mmHg: una differenza più piccola di P(a-v) 02 è una prova chiara che l’apporto d’ossigeno ai tessuti e/o il suo assorbimento è danneggiato.
  • Negli adulti un sistema veloce e meno invasivo è misurare la concentrazione (in ppm) di monossido di carbonio nel respiro esalato.
  • la carbossiemoglobina dà la percentuale dei siti occupati dal monossido di carbonio legati all’emoglobina (Hb).

Terapia dell’avvelenamento da bassi livelli di esposizione al monossido di carbonio

Il Dott. Albert Donnay suggerisce una Terapia con Ossigeno Normobarico da due a otto settimane. La Terapia Estesa d’Ossigeno Normobarico è meno cara e più ampiamente disponibile dell’ossigeno iperbarico, che è il trattamento consigliato per i casi di avvelenamento acuto da monossido di carbonio.

Il protocollo di Albert Donnay è stato sviluppato per adulti con almeno 5 dei 10 sintomi più comuni di avvelenamento da monossido di carbonio elencati sopra che hanno anche una pressione elevata in modo anomalo di ossigeno nel sangue venoso.

I medici dovrebbero pensare di prescrivere l’ossigeno per un lungo periodo quando necessario a dare sollievo a sintomi dovuti a nuove esposizioni al monossido di carbonio.

Controindicazioni della Terapia Estesa d’Ossigeno Normobarico

La terapia estesa dell’ossigeno normobarico non dovrebbe essere provata in persone che hanno reagito poco all’ossigeno al 100% nel passato. Quando inizialmente i pazienti provano l’ossigeno al 100%, dovrebbero essere esaminati accuratamente dal loro medico per verificare cambiamenti improvvisi o eccezionali nella frequenza del battito cardiaco, nella respirazione, nella pressione del sangue e in qualsiasi effetto contrario associato alla tossicità dell’ossigeno (particolarmente per qualunque sintomo respiratorio, neurologico o sensoriale).

Se nessuna reazione contraria è nota, i pazienti possono essere addestrati a continuare da soli i trattamenti quotidiani a casa propria, con l’avvertimento di sospendere immediatamente il trattamento e informare il loro medico se notano qualche effetto di intolleranza.

Medicine, integratori e dieta

La prima terapia è ridurre le esposizioni al monossido di carbonio esogeno e tutte le fonti di tensione fisiche e biologiche, chimiche e mentali che aumentano la produzione di monossido di carbonio endogeno.

Poiché i farmaci e gli integratori sono mal sopportati dalla maggior parte delle persone con avvelenamento cronico di monossido di carbonio e il protocollo esorta i dottori a considerare di eliminare tutti i supplementi e i farmaci non essenziali prima di iniziare la terapia con ossigeno normobarico.

AMICA ringrazia il Dott. Albert Donnay per aver condiviso il suo protocollo.

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