Facebook
WhatsApp
Twitter
LinkedIn
Email

Situazione della MCS in Svizzera

A cura di A.M.I.C.A.

Nel 2003 la Svizzera è stata scossa dalla storia di Christiane, 43 anni, affetta da MCS, che non era riuscita a trovare un’abitazione. Era arrivata al punto di avere preso tre appartamenti in affitto contemporaneamente e di non riuscire a dormire in nessuno di essi. Aveva passato qualche giorno dai vicini e poi a casa dei genitori, dove dormiva in cucina perché le piastrelle di ceramica liberano meno sostanze tossiche. Una mattina si è fatta accompagnare alle 8.00 dal padre alla stazione, dicendo di voler andare dal medico, ma poi è andata al centro di Zurigo e si è lanciata da un grattacielo.

Già due anni prima il gruppo di attivisti per la MCS, guidato da Therese Pfister, aveva lanciato l’allarme sull’emergenza abitativa dei malati di MCS perché molti di loro minacciavano il suicidio. Un’altra donna aveva traslocato quattro volte in tre mesi, prima di essere costretta a trasferirsi dai genitori. Un’altra aveva dormito alcuni mesi sul balcone e si era poi sistemata, anche d’inverno, in una roulotte priva di riscaldamento, come è accaduto anche a Christian Schifferle, 48 anni di Zurigo, che coordina un’altra associazione per la MCS, la MCS-Liga Schweiz. Oggi vive in montagna a Lenzerheide.  

Il 27 ottobre 2002 aveva cercato di sistemare Christiane e altre cinque persone malate gravi in appartamenti esenti da sostanze chimiche dannose, rivolgendo un appello scritto alle autorità competenti di Zurigo: «Aiutateci. Le persone affette da MCS hanno urgentemente bisogno di spazi abitativi costruiti secondo i criteri biologici». La risposta è arrivata solo tre mesi dopo ma, secondo Schifferle, per la prima volta le autorità si dimostravano disposte a discutere.

Armo Romo, responsabile della edilizia pubblica di Zurigo, ha offerto una casa unifamiliare ai malati di MCS in grado di ospitare da 3 a 5 persone, ma non si sa se questa casa, costruita in tempi così brevi, sprigioni o meno sostanze tossiche. Per questo Schifferle vuole abitarci solo provvisoriamente. Se il risanamento secondo i criteri della bioedilizia resta entro un livello di spesa accettabile, secondo Romo, la città se ne assumerà i costi.

Stando ad un articolo del 2003 della rivista Zietucherift (Scelgo Io), nel 2003 anche il Municipio di Berna ha predisposto una ricerca di spazi residenziali per malati di MCS, sulla base di una petizione della Lega MCS, sostenuta da medici affermati quali l’allergologo Arthur Helblig, dell’Insel Spital di Berna. Helblig dice che tra i suoi pazienti vi sono circa 40 malati di MCS e che in tutta la Svizzera le persone affette sono probabilmente diverse centinaia. Ritiene, inoltre, che per i malati gravi si dovrebbero approntare quanto prima degli spazi abitativi privi di sostanze tossiche.

Proprio nel giorno della morte di Christiane, l’allora consigliere federale Ruth Dreifuss, in una lettera alla Lega MCS, scriveva: «Fino a quando ci saranno troppi pochi dati certi su questa patologia, anche l’appello in favore di reparti ospedalieri adatti e di spazi abitativi di bioedilizia difficilmente troverà terreno fertile.» Prima che la ricerca entri nei dettagli possono passare degli anni.

Per chi vuole contattare l’associazione Svizzera per la MCS:

MCS-Liga Schweiz
Postfach 169
7078 Lenzerheide
tel. 081 356 37 39
E-mail: info@mca-liga.ch
Sito: www.mcs-liga.ch

Perché diventare sostenitore?

Sostieni le attività di AMICA, anche se non puoi dedicare del tempo al volontariato. Ricevi aggiornamenti via email su medici, ricerche e iniziative politiche. Sei invitato in anteprima ai nostri convegni e ai seminari formativi.
Partecipa, se vuoi, al Gruppo Google dei Sostenitori di AMICA per richiedere informazioni, scambiare consigli ed esperienze.