Il 23 febbraio 2023 è stato raggiunto un accordo politico tra il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa sulla Gigabit Infrastructure Act (GIA), la nuova normativa europea pensata per semplificare e accelerare la diffusione delle reti digitali ad altissima capacità, come fibra ottica e 5G.
Il provvedimento, parte degli obiettivi europei per la transizione digitale al 2030, punta a ridurre tempi e costi di installazione, semplificando le autorizzazioni e favorendo il riutilizzo di infrastrutture esistenti — come torri, condotte e tralicci — anche attraverso la condivisione con reti elettriche e idriche.
Tuttavia, la Gigabit Infrastructure Act non distingue tra la connettività via cavo, ritenuta sicura ed efficiente, e quella senza fili, che comporta rischi documentati per la salute e l’ambiente.
Le associazioni di cittadini e pazienti, tra cui AMICA, avevano chiesto di favorire la fibra e scoraggiare l’espansione incontrollata del 5G, ma queste richieste non sono state accolte.
L’unico aspetto positivo del testo è l’invito agli Stati membri a sviluppare infrastrutture in fibra nei nuovi edifici, una scelta coerente con la necessità di garantire connessioni stabili e sicure senza incrementare l’esposizione ai campi elettromagnetici.
Resta da capire come la normativa europea sarà applicata in Italia, dove la pianificazione dei siti per le antenne è competenza dei Comuni e dove esistono già regolamenti locali più cautelativi.
AMICA continuerà a chiedere che la salute umana e la tutela della biodiversità vengano messe al primo posto, prima degli interessi industriali legati alla digitalizzazione.
Questa è una selezione dell’articolo scritto da Francesca Romana Orlando e pubblicato sul numero 2/2024 della rivista “Infoamica”. Per leggere il testo completo dell’articolo e ricevere i nuovi numeri della rivista “Infoamica” basta iscriversi ad AMICA. I Soci possono anche accedere all’archivio integrale della rivista, una fonte indipendente di informazione sulla salute e l’ambiente.
