Le ricerche del Prof. Martin L. Pall hanno individuato sette classi di sostanze chimiche — tra cui mercurio, pesticidi, solventi e monossido di carbonio — che possono innescare la Sensibilità Chimica Multipla (MCS) e altre malattie da ipersensibilità ambientale.
Il riconoscimento di queste cause ha permesso agli operatori sanitari di individuare nuovi strumenti diagnostici. Tra i più importanti, la misurazione dei metalli pesanti nelle urine dopo provocazione con DMPS, test considerato attendibile e utile anche a fini medico-legali. Anche il Test di Trasformazione Linfocitaria (LTT) è oggi uno dei metodi più affidabili per valutare le allergie di tipo IV a metalli, più preciso rispetto ai tradizionali test cutanei.
Un’altra fonte spesso trascurata di intossicazione è rappresentata dalle muffe domestiche, capaci di causare patologie infiammatorie, allergiche e persino oncologiche. La diagnosi si basa su indagini ambientali e microbiologiche, mentre la bonifica deve sempre puntare a eliminare le cause dell’umidità e non solo a coprire le macchie visibili.
Le malattie da sensibilità ambientale come MCS, Elettrosensibilità, Fibromialgia e Sindrome da Fatica Cronica hanno in comune l’essere croniche, multisistemiche e multifattoriali: derivano da un accumulo di esposizioni chimiche, biologiche e fisiche che superano la capacità di adattamento dell’organismo.
Nella pratica clinica, è essenziale condurre un’anamnesi ambientale accurata, che includa anche la valutazione odontoiatrica e l’analisi delle condizioni di vita e di lavoro.
Infine, lo stile alimentare riveste un ruolo fondamentale nella riduzione del carico tossico. Bere acqua di qualità, consumare alimenti biologici e locali, ridurre zuccheri, farine raffinate, glutine e grassi animali sono scelte semplici ma efficaci.
Dott. Antonio Maria Pasciuto
Questa è una selezione dell’articolo scritto dal Dott. Antonio Maria Pasciuto, esperto di medicina ambientale, e pubblicato sul numero 2/2024 della rivista “Infoamica”.
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